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crematorio vb dietro

TORINO – 17-01-2021 -- Il progetto per l’esternalizzazione del forno crematorio di Verbania può andare avanti. Martedì la seconda sezione del Tar Piemonte ha respinto il ricorso presentato dalla società ossolana Altair Spa, capofila di un raggruppamento di altre imprese, che chiedeva l’annullamento della delibera con la quale la giunta Marchionini ha individuato nella Saie di Casciago (in provincia di Varese) l’offerta migliore tra le quattro presentate per la gestione pluriennale (con ristrutturazione) del tempio verbanese.

Altair, realtà che gestisce quindici impianti in Italia (Domodossola e Trecate sono i più vicini) è la stessa società che s’era fatta avanti nel giugno del 2015 con una proposta di project financing per rinnovare il tempio situato all’interno del cimitero di Pallanza. Nel settembre dello stesso anno il Consiglio comunale aveva deliberato di esternalizzare il servizio. A novembre la giunta aveva dichiarato di pubblico interesse il project financing di Altair. Subentrò poi il referendum abrogativo proposto da alcuni cittadini (che mancò il quorum), si andò per le lunghe e, anche all’interno della maggioranza di centrosinistra ci fu una discussione che portò la giunta a revocare, nel 2016, quella dichiarazione di pubblico interesse.

Dopo le elezioni il tema è tornato di attualità, questa volta su iniziativa della giunta, che a marzo 2020 ha pubblicato un bando al quale Altair ha risposto, insieme ad altre concorrenti. A prevalere, secondo quanto deliberato dalla giunta Marchionini in ottobre, è stata la Saie, premiata per un progetto che prevede più posti di lavoro degli altri e un intervento strutturale minimale che negli anni avrà minori costi di gestione.

Contro questa decisione Altair ha ricorso puntando su due motivi: sulla non chiarezza degli obiettivi dell’Amministrazione (posti di lavoro e investimenti ridotti), che erano in contrasto con quelli del precedente progetto; e sul fatto che la dichiarazione di pubblica utilità spetti al Consiglio comunale e non alla giunta.

Nell’udienza di martedì i giudici hanno respinto entrambi i motivi di impugnazione, rigettando il ricorso e mettendo in carico ad Altair le spese legali sostenute da Comune e da Saie: 2.500 euro ciascuna oltre agli accessori di legge.