VERBANIA - 19-01-2021 -- Le voci di un giro di prostituzione cinese nel centro storico di Arona erano arrivate anche all’orecchio dei carabinieri. I militari del Radiomobile, nel 2019, ci avevano messo poco a individuare un appartamento di via conte Amizzone, una parallela al lungolago appena alle spalle di via Cavour. S’erano appostati al di fuori, tenendo d’occhio le due entrate del palazzo e fermando, uno alla volta, i clienti che lasciavano la casa dopo aver consumato la prestazione sessuale concordata. Portati in caserma ed escussi come testimoni, confermarono che nel locale si esercitava il mestiere più vecchio del mondo e che le prostitute fossero cinesi. Le indagini, che portarono all’identificazione di tutte le donne -anche tramite riconoscimenti fotografici- alle quali era stato dato un soprannome italiano, si soffermarono su una donna, Xiubo Kang, al cui numero di cellulare in uso era ricondotta la pubblicità dell’attività su un sito internet specializzato in incontri sessuali.
Considerata la tenutaria di quella casa d’appuntamenti, nella quale “esercitava” anche una congiunta, è stata rinviata a giudizio dalla Procura di Verbania con l’accusa di sfruttamento della prostituzione. Il Tribunale, in composizione collegiale, l’ha condannata a un anno e quattro mesi, meno dei due anni e quattro mesi che aveva chiesto il pm Gianluca Periani. L’imputata s’era difesa sostenendo di essere estranea alla gestione del denaro, di non sapere che cosa facessero le altre ragazze nelle loro stanze, compresa la parente.