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revere

MILANO - 28-01-2021 --  Lasciarono il Lago Maggiore per tornare a Milano ma furono arrestate e deportate ad Auschwitz, cancellate dal mondo come milioni di altri ebrei. C’è anche un po’ di Stresa nelle due pietre d’inciampo che ieri sono state posate -insieme ad altre 29- in viale Monza 90, a Milano. È l’ultimo indirizzo di Olga e Ines Revere, sorelle originarie di Mantova che nella città di Sant’Ambrogio gestivano dagli anni ‘30 un’attività di sarta e modista. Erano ebree e, come tali, alla promulgazione delle leggi razziali diventarono ostili per l’Italia. Temevano per la loro sorte e, per questo, s’erano trasferite sulle alture di Stresa, cercando riparo dalle deportazioni. Dopo il settembre del ‘43 decisero però di rientrare a casa, dove si trovava il resto della famiglia: una terza sorella e i figli della quarta, morta nel 1940 con il marito bloccato all’estero allo scoppio della guerra.

Qualcuno le segnalò e, il 3 dicembre del 1943, furono arrestate. Condotte nel carcere di San Vittore, il 30 gennaio del 1944 salirono sul treno che le portò ad Auschwitz. I registri ne annotano l’arrivo il 6 febbraio. È l’ultima traccia documentata della loro esistenza. Dal lager non tornarono mai, vittime dell’Olocausto alle quali, ora, sono intitolate le due pietre d’inciampo che ne ricordano la memoria personale ma anche quella collettiva della Shoah, monito per le future generazioni.