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inci premos

VERBANIA - 04-02-2021 -- Uno schianto terribile, che ha spezzato in due la motocicletta e sbalzato dalla sella il suo guidatore, vittima di un volo mortale. In pochi istanti, nella prima mattina del 17 novembre 2018, la vita di Daniele Boscani è finita sulla provinciale 166 della val d’Ossola. Il 35enne di Gravellona Toce, marito e padre di due bambine, stava raggiungendo la casa di riposo di Vogogna, di cui era il cuoco. Entrato nell’abitato di Premosello Chiovenda con la sua Kawasaki ER-6N 650 si trovò di fronte, tra il supermercato Conad e l’Enoteca dell’Arco, una Citroen Picasso che svoltava a sinistra nel parcheggio del bar. La centrò in pieno sul montante del parabrezza, nel punto più solido della vettura, finendo oltre.

Alla guida di quel veicolo, di proprietà di un cliente che gliel’aveva affidato per ripararlo, c’era Vincenzo Reina, meccanico del paese e titolare dell’omonima autofficina, ora a processo al Tribunale di Verbania per omicidio stradale.

Se la dinamica di un violento incidente frontale auto-moto è acclarata, ciò di cui si discute è la velocità cui procedeva il motociclista e alla quale avvenne l’urto. Meno di 50 all’ora (cioè il limite su quel tratto di strada), secondo il perito della parte civile, i familiari di Boscani costituiti con l’avvocato Giuseppe Russo e in parte già risarciti dall’assicurazione, citata come responsabile civile con l’avvocato Giovanni Aquino. Molto di più secondo il consulente della difesa, rappresentata dall’avvocato Thomas Altana. E anche nella valutazione dell’agente della Polstrada che effettuò i rilievi. Più cento all’ora che cinquanta – ha detto ieri in aula al giudice Donatella Banci Buonamici, secondo una valutazione non scientifica ma supportata dai danni subiti dai mezzi, soprattutto dalla Picasso, spinta indietro di qualche metro e fatta ruotare di 45°. La relazione del consulente della difesa (la Procura non ha citato il suo, che pure ha svolto accertamenti, come teste) sarà presentata alla prossima udienza, ma le conclusioni sono diametralmente opposte: la vittima iniziò a frenare molto oltre i 100 orari.

La moto viaggiava a forte velocità, come era già accaduto altre volte – hanno raccontato due testimoni oculari: un cliente che usciva dal supermercato e una donna che si trovava al bar. L’avvocato Russo molto ha insistito con la Polstrada sul punto d’impatto dei veicoli. Lo scontro avvenne quasi al centro della corsia di marcia – ha riferito l’agente –, verosimilmente (perché l’urto spostò i mezzi) in un punto in cui non vi era la striscia continua che impedisce la svolta, tanto che non fu elevata sanzione al codice della strada oltre a quella della mancata precedenza.

Il processo è incentrato sulle perizie che, poiché discordanti, potrebbero essere superate da una consulenza tecnica d’ufficio disposta direttamente dal giudice, che la valuterà a fine dibattimento. La prossima udienza è fissata in aprile.