VERBANIA - 04-02-2021 -- Alcune notifiche le gestiva da solo, non le annotava sul registro ufficiale e, dal conto corrente dell’ufficio, prelevava con il bancomat trattenendosi il denaro. Peculato, truffa ai danni dello Stato e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale sono i reati che la Procura della Repubblica di Verbania contesta a Lorenzo Ferrulli, fino al maggio del 2019 dirigente dell’Unep – Ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti del tribunale di Verbania, oggi in servizio a Vercelli.
Lunedì il suo procedimento penale s’è aperto in udienza preliminare davanti al gup Annalisa Palomba. L’accusa, sostenuta dalla procuratrice capo Olimpia Bossi, è il frutto di un’indagine avviata nel 2018 dalla sezione di pg dei carabinieri su segnalazione dei colleghi. Il sospetto nacque quando una notifica non andata a buon fine tornò all’ufficio. Nel controllarla, non ci fu riscontro nel registro. I successivi approfondimenti portarono a scoprire che non si trattava di un caso isolato e che, in un periodo compreso tra il 2018 e il 2019, c’erano stati irregolarità e ammanchi.
L’Unep è l’ufficio preposto, tramite gli ufficiali giudiziari, alla notifica degli atti, civili e penali, per conto del ministero della Giustizia, ma anche di enti pubblici o soggetti privati. Può notificare via posta o a mano e chi l’utilizza paga per quel servizio una tariffa prestabilita, che si compone di due voci: ciò che va allo Stato e la quota da ripartire (non come rimborso, ma come retribuzione che fa reddito) tra tutti gli ufficiali giudiziari, che sono dipendenti pubblici.
Secondo la Procura, a Verbania il dirigente ha agito al di fuori delle regole, intascandosi sia il denaro pubblico, sia quello destinato ai colleghi, per una somma complessiva contestata di circa 20.000 euro nel periodo indagato.
Questa è la ricostruzione dell’accusa. Ferrulli, difeso dagli avvocati Domenico Capristo e Marco Gagliardini, ha chiesto il giudizio con rito abbreviato condizionato all’audizione di alcuni testi. Il gup ha respinto la richiesta di sentire i testimoni e ha aggiornato l’udienza all’8 giugno per discussione e sentenza. “Il nostro assistito è estraneo ai fatti – dichiara Gagliardini – e lo dimostreremo. Quei soldi non se li è tenuti e, anzi, li ha spesi per l’ufficio”.
Cinque ufficiali giudiziari si sono costituiti parti civili. Quattro sono rappresentati dall’avvocato Giuseppe Russo, uno dall’avvocato Giorgio Legnazzi. Non s’è costituito nessuno dei due ministeri -Giustizia ed Economia- indicati come parte offesa.