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VCO - 18-02-2021 - Una relazione sull'ambiente nel VCO, in particolare sulla presenza del lupo e dell'orso è stata inviata dal presidente Arturo Lincio, alla V Commissione regionale.
Realtovamente al Lupo, Lincio rimarca che "l'obiettivo deve  essere quindi quello di impedire che, nel giro di qualche generazione, il deterrente lupo cancelli la vita sulle Alpi di tanti piccoli allevamenti che garantiscono il mantenimento dell'equilibrio dell'ecosistema.  Sono proprio questi allevamenti che evitano che venga del tutto cancellato un pezzo importantissimo della storia del territorio delle Alpi". Un esempio da prendere in considerazione, secondo il presidente  è "la gestione fatta da Wolf Alps in Francia, che stabilisce il prelievo massimo definito per anno della popolazione del lupo [...] Ci si riferisce al Piano Nazionale d'azione francese 2018 2023 del lupo e delle attività di allevamento che assicura la formazione degli allevatori e la loro dotazione di permessi di caccia idonei a difendere le proprie greggi".
Ovviamente per proporre azioni di contenimento servirebbero cambi alla legge che considera il lupo (ma anche l'orso) specie protette. "Tutto dipende 'dal valore e dalla dignità' che si vogliono o meno attribuire alle attività umane. Una dignità misconosciuta da un crescente bullismo cittadino che si autoproclama filosofo, nel fine settimana, sulla pelle di chi vive in montagna. Nel nostro caso la razza pura è il lupo", chiosa Lincio, che aggiunge: "In sintesi, il numero totale dei lupi continua ad aumentare in tutta Europa. Gli esperti sottolineano la necessità di coesistenza tra grandi carnivori e popolazioni rurali. La commissione agricoltura e sviluppo rurale dell'Unione Europea prende atto della estrema difficoltà della raggiungibilità di tale obiettivo ed esprime il pieno sostegno agli allevatori che a causa degli attacchi dei grandi carnivori tendono ad abbandonare la montagna. Si pone inoltre il problema, che nasce nell'ambiente scientifico, che la diffusione incontrollata, dovuta alla non gestione della specie lupo, ne favorisce l'ibridazione. Questa determinerà la vittoria degli ibridi sui lupi determinando il fallimento di Wolfalps e dei fondi così investiti".

Altro elemento rimarcato dal presidente della provincia del VCO è la richiesta che giunge dai sindaci di conoscere i dati relativi alla presenza, alla consistenza numerica e alla distribuzione del Lupo.
"Nonostante da anni vengano finanziati, con soldi pubblici, progetti nazionali ed internazionali di conservazione e monitoraggio della specie (vedi LIFE WolfsAlps), i dati raccolti in Piemonte non risultano accessibili agli enti pubblici quali i Comuni. Il Piemonte inoltre, a differenza della Lombardia e di altre Regioni, demanda ai Parchi in toto la gestione del “pacchetto Lupo”, quali i finanziamenti europei, l'organizzazione dell'attività di monitoraggio e la raccolta dati sulle presenze, distribuzione e impatto sulle attività antropiche della specie.
Questa situazione, in particolare l'impossibilità dei sindaci di disporre dei dati sulle presenze di Lupo sui propri territori,   non solo motiva sospetti ma genera panico. [...] La risibile motivazione della riservatezza dei dati “ per motivi di bracconaggio “ con la quale si volesse giustificare il diniego ai Sindaci sarebbe, oltreché offensiva,  contro legge.
Si sommano numerose segnalazioni di agricoltori, allevatori di pecore e capre,  riguardo la dissuasione ad effettuare  le segnalazioni per il pagamento dei danni, conseguenti alle predazioni, con la motivazione della complessità della pratica.  Ciò fa ritenere i dati ulteriormente inattendibili perché non fatti pervenire.
Con spirito di collaborazione la Provincia offre la propria disponibilità di informare ogni Sindaco, con apposita comunicazione riservata, dei dati relativi ad ogni specifico Comune.  Pertanto, così come attuato da altre Regioni,  si chiede che con apposita Delibera Regionale sia istituita  l’obbligatorietà degli organi competenti della Regione stessa (ASL, Enti Parco, ecc.) di segnalazione, secondo una opportuna tempistica, dei dati in oggetto a Province e Città Metropolitana".


LA GESTIONE DEL LUPO

Scrive Lincio: "Nell'ambito della tutela della fauna selvatica, la conservazione svolge un ruolo fondamentale; ma altrettanto fondamentale risulta essere la 'gestione' in senso più completo, comprensiva di tutte le ricadute sugli ecosistemi complessi e sulla convivenza con le attività antropiche
Ritengo si debba sollecitare un protocollo  di intervento  per la gestione dell’impatto del lupo che preveda, in deroga alla salvaguardia della specie lupo protetta, una modulazione di interventi ben specificati che possano essere autorizzati in funzione della predazione e dei problemi di ordine pubblico nei casi di avvicinamento dei branchi ai centri abitati. Devono inoltre essere sempre consentite agli allevatori azioni di difesa delle greggi con idonee misure dissuasive, compresi gli spari non letali". [...]  "Il risultato della “predazione nel 2019” nella nostra Provincia lascia allibiti. I dati disponibili sono quelli forniti dal sevizio veterinario dell'Asl che si limitano alle predazioni "segnalate" su animali domestici mediante le modalità previste dalla Regione. Restano sconosciuti tutti i dati relativi alle predazioni sugli animali selvatici che costituiscono il tassello fondamentale per una visione di insieme obiettiva della problematica.   È un chiaro esempio della incongruente modalità di organizzazione delle indagini. L’elefante ha partorito il topolino : si tratta di dati che volutamente ignorano il problema della sicurezza che inevitabilmente il lupo porta con sé, che non tengono conto del coinvolgimento del ruolo istituzionale dei Sindaci e che non sono neppure utili per l’obiettivo risarcimento dei danni".
   
"Quando la tutela della fauna diventa prioritaria fino a sovrastare la tutela dell'uomo si entra in una logica estremista pericolosa per i diritti costituzionali dei cittadini ed in particolare di chi vive in montagna", commenta Lincio invocando una diversa sincronizzazione tra tutela e sicurezza. "Ciò vale per le specie cinghiale lupo orso e quant'altro. E' patologica nel nostro sistema paese  l'incomunicabilità tra i Ministeri : nel nostro caso quella tra Ministero dell'Ambiente (uno Stato nello Stato con poteri di veto assoluti) e il Ministero dell'Interno. I problemi di ordine pubblico di competenza dei Prefetti e delle forze dell'ordine sono totalmente snobbati dal MinAmbiente a discapito della sicurezza.
La partecipazione a Wolfal Alps  della Polizia Provinciale (notoriamente in carenza di organico) comporta un aggravio dei costi a carico degli Enti Provinciali per il sottratto impegno del personale stesso allo svolgimento dei compiti istituzionali. Ma non basta. Ulteriore problema è che in ringraziamento alle Province vengono negati i dati che hanno contribuito a reperire. Dati che a partire dal 2018 si attendono ancora oggi".

L'ORSO

L'ampia relazione si conclude con 8n paragrafo dedicato all'orso "La Provincia del Verbano Cusio Ossola dedica particolare attenzione alla recente comparsa della specie Orso bruno che si è manifestata nel giugno 2019, con successive ripetute segnalazioni e riscontri fotografici del maggio 2020, fino alla documentata presenza di un adulto in Valle Vigezzo ed una segnalazione di adulto con cucciolo in località La Colma di Varzo, non ancora confermata. La comparsa di questa specie selvatica protetta costituisce il primo caso in Piemonte rappresentando un necessario impegno gestionale per il territorio. Perciò la Provincia, attraverso il servizio tutela faunistica competente in materia di gestione della fauna selvatica, nel mese di giugno del 2020 ha formalmente richiesto alla Regione di attivare l'adesione al piano di azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno sulle Alpi centro orientali  detto Pacobace.
 Tale piano e il documento di riferimento per la gestione dell'Orso bruno per le Alpi centro orientali, già approvato dal Ministero dell'Ambiente e Ispra,  comprende tutte le procedure tecnico-amministrative  e autorizzative finalizzate alla conservazione della specie ma anche alla garanzia della sicurezza pubblica attraverso l'adozione di tutte le necessarie azioni di prevenzione.  Come è noto l'Orso da novembre a marzo va in letargo e di conseguenza al risveglio si scatena in scorribande alla ricerca degli alveari che riguarda non solo la parte montana ma anche la viabilità dei centri abitati nel Fondovalle, quali Ornavasso e Gravellona.
Pertanto dal 2019 la Provincia si è mobilitata ma continua a rimanere in fiduciosa attesa. Nel contempo ha comunicato alla Prefettura che la mancata adozione dei provvedimenti per la sicurezza è dovuta al rispetto di un letargo di natura burocratica".