VERBANIA - 12.03.2021 - Una montagna di carte per un totale di 51 denunce contro Giuseppe Conte e i ministri del suo secondo governo, tante ne hanno consegnate nei giorni passati alla procura della Repubblica di Verbania, i membri del circolo del Vco di Vox Italia (nella foto) puntando il dito contro "l'avvocato del popolo" e i provvedimenti presi per contrastare la pandemia. Giuseppe Conte è colpevole a loro parere, di aver emanato "DPCM liberticidi, i quali hanno causato il disastro economico, sociale e sanitario che tutt'ora sta condizionando la vita di milioni di cittadini italiani".
Ma anche Mario Draghi non sarebbe al sicuro "se come sembra, seguirà la stessa linea, prenderemo presto provvedimenti anche nei suoi confronti - affermano -. Saremo piccoli ma non ci stiamo proprio a rimanere inermi mentre vediamo usurpati i nostri diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione".
Usurpazione di potere politico (art 287 cp); sequestro di persona (art 605 c.p); abuso d'ufficio (art 323 cp) i reati che l'avvocato Marco Mori del foro di Genova (estensore delle denunce - querela) ravvede contro l'ex presidente del Consiglio e alcuni membri del Governo Pd-5Stelle. A partire dalla dichiarazione dello stato d'emergenza sanitaria che i querelanti vedono di "dubbia legittimità". I conseguenti Dpcm (decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri), vengono contestati sulla base dell'articolo 77 della Costituzione, che prevede il divieto generale posto in capo al Governo di emanare decreti ad eccezione dei casi di "straordinaria necessità". Il Governo tuttavia può vedersi delegata la funzione legislativa, ma unicamente con principi e criteri definiti dal Parlamento (ex art. 76 Cost). E' accaduto invece, affermano i No Vox, "che il Governo stesso si sia auto conferito nuovi poteri delegandoseli da solo per poi ottenere il successivo via libera del Parlamento tra l'altro con ricorso frequente, anche in questi mesi, alla questione di fiducia. Da qui l'usurpazione del potere politico".
Il sequestro di persona è invece relativo ai mesi del lockdown, ma anche al "coprifuoco" notturno, provvedimenti per i quali i querelanti invocano l'articolo 13 della Costituzione (la libertà personale èinviolabile. Non è ammessa alcuna forma di detenzione [...] se non per ordine dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge). E infine, l'abuso d'ufficio, che invece riguarderebbe l'obbligo di chiudere le attività commerciali "obbligo che non solo è lesivo della libertà personale, ma altresì del diritto al lavoro su cui la Repubblica stessa si fonda".
Alla base delle contestazioni mosse all'operato del precedente Governo, una considerazione di base: il Covid 19 - secondo i querelanti - avrebbe una letalità "statisticamente irrilevante per le persone in buona salute". E in ogni caso "neppure se ci fosse stato un virus con mortalità al 100%, in democrazia, si sarebbe potuto agire in questo modo". Perchè, proseguono "la libertà personale vale più della vita".