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VERBANIA - 17-03-2021 -- C’è anche un’azienda del Vco tra le numerose finite nella “rete” di un gruppo criminale internazionale con base a Napoli che riciclava rottami ferrosi rivendendoli come merce da fonderia commettendo una lunga serie di reati. Ieri la Guardia di finanza di Torino ha fatto scattare l’operazione Ferramiù, attuando 15 misure di custodia cautelare (10 in carcere e 5 ai domiciliari) e sequestrando beni per oltre 130 milioni ed effettuando alcune perquisizioni alla ricerca di prove documentali. Alcune di esse le ha reperite in un’azienda locale, ignara cliente della merce che aveva acquistato a prezzo pieno senza saperne la provenienza.

Secondo gli inquirenti il gruppo criminale acquistava in nero rifiuti di metallo senza alcuna certificazione che, con un passaggio fittizio -solo su carta- attraverso imprese estere, diventavano prodotti corrispondenti alle norme di sicurezza Ue e, come tali, venivano venduti con un elevato margine di profitto.

Sono contestati l’associazione a delinquere internazionale finalizzata al traffico illecito di rifiuti metallici, l’autoriciclaggio di proventi illeciti e l’emissione ed utilizzo di documenti attestanti operazioni inesistenti.

L’indagine è scattata nel 2018 su segnalazione di un’operazione sospetta effettuata tra un’azienda slovacca e una con sede nel Torinese e sede secondaria nel Napoletano. Da lì è stata ricostruita la rete che, attraverso sette Paesi (Slovacchia, Ungheria, Turchia, Egitto, Pakistan, Cina e Malaysia) ha permesso di movimentare sino a oggi 18.000 tonnellate di rifiuti.