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tribunale ingresso atrio

VERBANIA - 17-03-2021 -- “Quindi lei ha mentito ai carabinieri? Diciamo di sì”. Alla domanda del pm, che gli chiedeva chi l’avesse ferito mandandolo in ospedale, il testimone (e parte offesa) ha risposto con spontaneità, senza remore, in maniera sprovveduta e con totale incoscienza, probabilmente guadagnandosi lui stesso un processo.

È accaduto oggi al Tribunale di Verbania, dov’è in discussione il procedimento per lesioni aggravate che vede alla sbarra un ucraino residente ad Arona. La vittima è un connazionale con il quale, insieme ad altri, aveva fatto bisboccia alla Notte bianca del 2017.

Nella tarda mattinata del 23 luglio un uomo -l’aggredito- si presentò all’ambulatorio del Cap di Arona con ferite lacero-contuse al capo e a un braccio. Fu portato al Dea dell’ospedale di Borgomanero, dove intervennero anche i carabinieri. A loro l’uomo disse di non ricordare che cosa gli fosse accaduto se non che, la sera prima, un po’ alticcio, era stato avvicinato da uno sconosciuto in via Vittorio Veneto che l’aveva aggredito alle spalle.

Poco prima, quella mattina, un’altra pattuglia era stata chiamata dai residenti di un condominio di Arona nel cui androne -e sulle scale- si notavano copiose tracce di sangue e schegge di vetro, seguendo le quali i militari arrivarono al secondo piano. Bussarono alla porta che aprì la moglie dell’imputato. Egli, appena dietro, stava scopando per terra alcuni cocci di vetro. Nell’appartamento c’era una terza persona: tutti gli occupanti furono identificati.

Mettendo insieme i due episodi, i carabinieri hanno permesso alla Procura di costruire il capo di imputazione di fronte al quale l’aggredito, reticente nelle ore successive al fatto, ha testimoniato auto-incriminandosi. Non ci fu, infatti, alcuna aggressione in strada.

Ci siamo trovati tra ucraini per la Notte Bianca, abbiamo girato tra i locali e bevuto, finendo da un kebabbaro – ha raccontato. Lì l’imputato, obnubilato dall’alcol, aveva iniziato a insultare il conoscente che, per tutta risposta, gli aveva assestato due sberloni all’uscita. Ne era seguita la riconciliazione e l’invito a concludere la serata, con altro alcol, a casa di quello che sarebbe diventato l’aggressore. Restate qui a dormire – aveva detto la moglie a tutti i compagni di bevute di quella Notte Bianca.

L’indomani mattina, al risveglio e mentre gli altri dormivano, l’ospite era uscito per comprare due birre al supermercato. Al rientro aveva trovato il padrone di casa estremamente nervoso. Mi ha spaccato una bottiglia di vetro in testa – ha detto al giudice spiegando che un coccio andato in frantumi l’ha ferito al braccio.

Una versione, questa, opposta a quella rilasciata ai carabinieri intervenuti in ospedale. Quindi ha mentito? – gli ha domandato il pm Anna Maria Rossi, trovando una risposta positiva: “un po’ ero ancora poco lucido e, poi, non volevo mettere nessuno nei guai”.

Ma nei guai ci finirà lui, perché la rappresentante dell’accusa ha già annunciato al giudice Donatella Banci Buonamici che trasmetterà gli atti per procedere per falsa testimonianza.

La sorte dell’imputato, accusato anche da un altro testimone, si deciderà invece nell’udienza del 23 giugno.