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VIGNONE – 18-03-2021 - Il caporale del 4° reggimento Alpini – Battaglione Intra, Renzo Poletti è morto in un campo per prigionieri di guerra nel nord-ovest della Germania, al confine coi Paesi Bassi.

Era il 27 febbraio del 1944 e l’alpino non aveva ancora 23 anni; li avrebbe compiuti di lì a qualche mese ma la difterite arrivò prima del calendario, portandoselo via assieme a tanti altri. Renzo era nato a Vignone il 31 dicembre del 1921 e quest’anno avrebbe raggiunto un secolo di età. Ma come tanti altri la vecchiaia non ha potuto neppure immaginarsela, tantomeno una discendenza, né è riuscito a vedere la pace, o sposare una donna e avere dei figli. La guerra è arrivata prima della vita. Di lui ci sono tracce scarsissime, e nessun parente che potrebbe, con un fiore od un ricordo, omaggiare la memoria del soldatino morto giovanissimo nel gelido inverno tedesco. Ma poi capita che per un caso del tutto fortuito, una storia destinata a scomparire riemerga dal passato grazie ad un ritrovamento apparentemente banale, e allora è sufficiente una gavetta di latta, un povero oggetto malconcio con sopra inciso un nome perché la vicenda dell’alpino ritrovi un pensiero compassionevole. I primi a renderglielo sono stati tre giovani olandesi, appassionati di ricerche di reperti nei luoghi che hanno visto passare la storia. Sono loro ad aver trovato, nei pressi del campo di Versen, la gavetta di metallo appartenuta a Renzo Poletti. Tanto è bastato per rintracciare poi una data di nascita ed una di morte, e contattare i membri di “WW2 Tuscany Hunters”, un gruppo di giovani toscani appassionati di ricerche storiche sulla Seconda Guerra Mondiale. A loro cura il passo successivo: cercare tramite social qualcuno del Verbano, pubblicare una foto della gavetta e sperare nell’esistenza di qualche discendente di Renzo cui affidare il prezioso reperto. Speranza presto delusa: discendenti non ce ne sono. I giovani tuttavia non si perdono d’animo: “Provvederemo ad inviare la gavetta al comune”, ci spiegano. Con quali modalità è tutto ancora da decidere e contatti sono in corso con l’amministrazione di Vignone. Qui intanto, sono state fatte tutte le verifiche del caso. “Putroppo Renzo aveva solo una sorella, Annita, deceduta da nubile svariati anni fa”, afferma il sindaco Giacomo Archetti, pertanto in mancanza di eredi si sta pensando al luogo dove collocare il reperto, che sarebbe accolto a Vignone con grande piacere. “Potrebbe andare nella sede del gruppo alpini di San Martino, oppure nell’aula consiliare – aggiunge il sindaco – ci stiamo pensando. Quello che emoziona è aver trovato tracce di questo nostro concittadino. A Renzo Poletti è dedicata una strada a Bureglio, oggi, grazie a tutto ciò, il suo non è più solo un nome sulla lapide del monumento ai Caduti, un nome letto distrattamente mille volte, né è solo un nome inciso sul marmo al cimitero, dove i suoi resti vennero portati a metà degli anni ’80 e dove riposano accanto a quelli della sorella. Il prossimo passo – conclude il sindaco – sarebbe quello di trovare una foto di Renzo Poletti, in maniera tale da riuscire a dargli anche un volto, era solo un ragazzo, merita la memoria”.

Antonella Durazzo

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