VERBANIA - 19-03-2021 -- Il via libera ad Astra Zeneca è arrivato ieri ma, per ragioni organizzative, il ritorno alla somministrazione del vaccino anglo-svedese temporaneamente sospeso dall’Aifa, nel Vco avverrà da lunedì, a Santa Maria Maggiore già a partire da domenica. Anche nel nuovo centro vaccinale di Verbania che ieri ha aperto i battenti. Nell’ampio foyer del teatro Maggiore, infatti, sono state allestite cinque postazioni per la vaccinazione di massa dei residenti nel capoluogo, che finora potevano solo accedere alla sede del Distretto di viale Sant’Anna.
Il teatro è stato concesso gratuitamente dal comune di Verbania e dalla Fondazione Maggiore per poter accelerare le somministrazioni di vaccini. Il direttore del Dipartimento di prevenzione, Edoardo Quaranta, garantisce che questo allestimento permetterà, una volta che ci saranno le dosi per tutti, di sveltire le pratiche. Al momento l’hub vaccinale ha un orario modulato sul numero di prenotazioni. “Ma, a regime – afferma Quaranta – pensiamo che possa restare aperto dalle 8 alle 20 tutti i giorni della settimana”.
L’accesso avviene dall’ingresso principale: ci si registra e, a piedi o con l’ascensore, si sale al primo piano. Il foyer è diviso in più zone ben delimitate e con ampio spazio. Dalle sale d’aspetto si possono raggiungere i cinque box approntati per poi, ricevuto il vaccino, uscire dal bar secondo un percorso circolare che non prevede intralci o code.
Ieri, primo giorno di apertura, erano presenti al “Maggiore” il direttore generale dell’Asl Vco, Chiara Serpieri, il sindaco di Verbania Silvia Marchionini e la presidente della Fondazione Rita Nobile.
Finora l’Asl Vco ha somministrato più di 26.000 dosi di vaccini (8.000 persone hanno già ricevuto entrambe le dosi e, quindi, sono immunizzate), esaurendo gli insegnanti e gli appartenenti alle forze dell’ordine. Da lunedì si possono prenotare sul sito della Regione gli over 70 e, attualmente, sono in corso le operazioni per gli over 80. Stentano a decollare le vaccinazioni a domicilio degli anziani che hanno difficoltà di movimento. “È una questione logistica – chiarisce Serpieri – soprattutto perché il vaccino loro destinato (Pfizer Biontech, ndr) è quello più complicato da gestire per via della catena del freddo”.