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VERBANIA - 23-03-2021 -- Due anni di condanna, ma anche cinque di sospensione dalla potestà genitoriale e altrettanti di interdizione dalle cariche di tutela e un risarcimento provvisionale di 5.000 euro. È pesante, e segna un punto fermo in una vicenda familiare complessa e a tratti drammatica, la sentenza con la quale il Tribunale di Verbania ha condannato una madre 47enne residente in provincia per maltrattamenti nei confronti dei due figli.

Separata dall’ex marito, impiegata di professione, nel 2016 viveva con i due dodicenni -maschio e femmina- avuti da lui durante il matrimonio. Una sera di primavera il padre venne chiamato per un episodio che ha segnato la svolta giudiziaria dei tesi rapporti familiari. Gli adolescenti piangevano per l’atteggiamento aggressivo della madre, tanto che fu necessario l’intervento di polizia e carabinieri.

Da allora sono scattate denunce e cause civili che hanno fatto emergere fatti gravi. Il padre, denunciato per aver disatteso un provvedimento del giudice (l’aver portato via i figli da casa della ex) è stato assolto, ma poi s’è costituito parte civile, per conto dei minori, nel processo per maltrattamenti a carico di lei, durante il quale sono emerse violenze psicologiche -come gli insulti alla figlia per il suo aspetto fisico- ma anche fisiche -lividi e graffi riportati dal figlio- avvenute spesso in momenti in cui la donna era sotto l’effetto dell’alcol. L’accusa ha chiesto una severa condanna, che il pm Anna Maria Rossi ha quantificato in tre anni, sottolineando la gravità delle condotte, per le quali i figli hanno detto in aula di non voler più rivedere la mamma.

Per la parte civile l’avvocato Ferdinando Brocca, nel ripercorrere i tragici momenti vissuti dai due ragazzi ancora oggi non maggiorenni, ha rimarcato come, a processo in corso, l’imputata li abbia denunciati entrambi -il procedimento è stato archiviato dal Tribunale dei minori di Torino- per falsa testimonianza.

La difesa, sostenuta dall’avvocato Giovanni Bonalumi, ha minimizzato, negando l’abuso di alcol e mettendo in evidenza che la separazione tra i coniugi era avvenuta consensualmente, segno che non vi fossero screzi.

Il giudice Annalisa Palomba ha condannato la 47enne a due anni (con il beneficio della sospensione condizionale), negandole per cinque il diritto legale a essere mamma.