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tribunale aula a vuota

VERBANIA - 24-03-2021 -- Quando fu sottoposto all’etilometro, che lo certificò ubriaco, era trascorsa un’ora dall’incidente. Era la sera del 12 gennaio del 2019 e, lungo la strada provinciale della Valle Anzasca, un 51enne residente in valle, che saliva da Calasca diretto a Bannio Anzino, aveva tamponato il veicolo che lo precedeva, a bordo del quale c’era un maresciallo dei carabinieri fuori servizio.

Senza feriti e con soli danni ai veicoli, i presenti attesero l’arrivo delle forze dell’ordine, che raggiunsero la strada per Macugnaga un’ora dopo. Il test dell’etilometro non lasciò scampo all’automobilista: 2,23 grammi per litro alla prima misurazione e 2,23 alla seconda, un quarto d’ora dopo. Essendo il valore quasi cinque volte il consentito (0,5 grammi per litro) e ben oltre la soglia oltre cui scatta il penale (1,5), il 51enne anzaschino venne denunciato per guida in stato di ebbrezza.

Raggiunto da decreto penale di condanna, s’è opposto e, nel processo che s’è concluso oggi, ha dimostrato l’inefficacia del test. Il suo difensore, avvocato Gabriele Pipicelli, contando sulla testimonianza di un consulente medico ha insistito sull’impossibilità di accertare con precisione il tasso alcolemico all’ora dell’incidente.

Nelle due volte che l’imputato soffiò nell’etilometro, infatti, l’esito -palesemente ben al di sopra del limite di legge- fu identico, segno di un raggiunto picco dell’ebbrezza. Ciò ha fatto supporre alla difesa che, un’ora prima, il tasso fosse sicuramente più basso, magari anche sotto la soglia di 0,5.

Il giudice Beatrice Alesci ha accolto questa tesi, assolvendo l’imputato dall’accusa di guida in stato di ebbrezza perché il fatto non costituisce reato.

Trattandosi di illecito amministrativo, la pratica tornerà alla prefettura per la multa. L’imputato, oltre ad avere la fedina penale pulita, eviterà anche la confisca della vettura.