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truffa informatica
VERBANIA – 12.01.2016 – Frode informatica in concorso

ma nessun riciclaggio di denaro. Così ha deciso oggi il tribunale di Verbania condannando quattro uomini dell’Aronese a processo per il reato di riciclaggio. Di fronte al collegio presieduto da Luigi Montefusco e composto da Rosa Maria Fornelli e Raffaella Zappatini sono stati giudicati Roberto Valli, Paolo Ruffini, Filippo Giuffrida, Vincenzo Vignarolo e Francesco Caserta. Le indagini condotte dai carabinieri più di cinque anni fa li identificarono come gli ultimi anelli di una catena di frodi informatiche internazionali scoperte nel 2010 dalla Procura di Perugia. Allora finirono in manette 17 persone di nazionalità romena, egiziana e italiana che, basandosi sul phishing – il furto dell’identità elettronica commesso con l’esca, cioè con una finta e-mail in risposta della quale l’ignaro svelava le proprie password dei conti correnti. Nel basso Verbano agivano le “teste di legno”, che si intestavano carte Poste-pay sulle quali gli hacker dirottavano il denaro che veniva prelevato dagli imputati e consegnato in contanti o trasferito ai complici all’estero.

Per la Procura di Verbania quattro su cinque sono responsabili di diversi episodi di riciclaggio di denaro. Il pm Nicola Mezzina oggi ha chiesto pene pesanti: 5 anni e 6 mesi con 4.000 euro di multa per Valli e Ruffin, 5 anni e 3.000 euro per Giuffrida, 7 anni e 4.500 euro di multa per Vignarolo. Il magistrato ha però anche chiesto l’assoluzione di Caserta. Le richieste sono state accolte anche se il collegio, derubricando il riciclaggio alla frode informatica in concorso, ha sensibilmente ridotto le pene: 1 anno e 3 mesi a Vignarolo, Valli e Ruffin, 1 anno a Giuffrida.