VILLADOSSOLA- 25-04-2015- Il ricordo della Repubblica Partigiana dell'Ossola è praticamente nullo
al di fuori dei confini provinciali, se non negli studiosi o in chi ha vissuto la Resistenza. E questo non è giusto, per cui bisogna fare qualcosa. E' questo, in estrema sintesi, quanto scritto nel pampleth “Ossola Repubblica Dimenticata. Della trascuratezza con cui l'epica impresa dei 40 giorni di libertà viene ricordata” di Uberto Gandolfi, professore di storia e giornalista, e presentato venerdì sera alla Fabbrica di Villadossola davanti ad un numeroso pubblico. Ad introdurlo il professor Simone Montorfano, storico: “Quello che Gandolfi fa in questo libro è mantenere la memoria- ha spiegato- guardare al passato, stupirsi e gettare un occhio al futuro”. L'autore nel libro ha subito voluto ringraziare chi in tutti questi anni si è prodigato per mantenere il ricordo e gli insegnamenti della Repubblica, sostenendo che hanno fatto il possibile, ma purtroppo non è bastato: “In tutti i libri di storia è spiegato che la Repubblica Partigiana dell'Ossola- ha spiegato Uberto Gandoli- è stato uno degli eventi più significativi della nostra Resistenza. Una gemma eterna in cui intravedere le fondamenta di quello che avrebbe dovuto essere l'Italia che usciva dal ventennio fascista e dal disastro dell'8 settembre. Tibaldi e la sua giunta avevano ben chiaro di stare facendo la storia, di doversi comportare come se la Repubblica fosse eterna, come se gli atti compiuti dovessero essere giudicati dopo mille anni. Inutile elencare tutto ciò che avvenne, un prete ed un comunista che lavoravano insieme, la prima donna “ministro”, gli atti a favore dei lavoratori, dei bambini e della loro istruzione, la giustizia usata con i prigionieri...Insomma, tutto ciò che poi ispirò i principi fondanti della Costituzione. I casi sono due, o sono tutte menzogne, e gli storici si sono sbagliati. Oppure è vero. Ma se è vero allora ciò merita il giusto riconoscimento. Se fossimo in Usa ci sarebbero film e film sulle gesta degli eroici partigiani che liberarono una terra e ci fecero una “Repubblica” dando l'esempio a tutto il mondo di come si voleva che diventasse l'Italia, i presidenti americani in momenti di difficoltà citerebbero quell'avventura. In Italia niente”. La conclusione della presentazione è stata una proposta: “Come tutti voi anch'io sono stato in gita scolastica a Marzabotto, o alle Fosse Ardeatine- così Gandolfi- ma di rado, molto di rado, si vede una scolaresca nell'aula storica del Comune di Domo. In questi tempi se non si guardano più i valori almeno si guardi all'economia, l'Ossola dovrebbe essere meta di un turismo storico scolastico, con la Linea Cadorna e la Repubblica la gita sarebbe istruttiva per le due Guerre, ma nessuna agenzia, nessun coordinamento di qualche ente superiore c'è mai stato in questi anni, solo singole iniziative, ottime, ma che non hanno portato praticamente nulla. Bisognerebbe creare un'associazione che si occupasse solo della promozione della resistenza ossolana, magari con un work shop per sceneggiatori, chissà mai che con l'aiuto di qualche Fondazione, Cooperativa, sponsor, non si possa stimolare la produzione di qualche media nazionale di un nuovo sceneggiato dopo “I 40 giorni di libertà”. E quanto sostenuto da Uberto Gandolfi sulla trascuratezza del ricordo a livello nazionale è stato dimostrato impietosamente dal quotidiano nazionale La Stampa del 25 aprile, dove si riportano (vedi qui sotto) tutti i principali luoghi della resistenza italiani. Ovviamente non c'è l'Ossola. C'è scritto Verbania.