VERBANIA - 31.03.2021 - Restituzione di 2.110,57 euro, più interessi e spese giudiziali. E' quanto la compagnia telefonica WindTre ha pagato ad un utente verbanese in seguito alla senza emessa dal giudice dei pace di Verbania, lo scorso 12 marzo. Il verbanese era assistito dall'avvocato Enzo Iapichino di Federconsumatori.
La vicenda ha inizio a maggio 2017, quando l’utente stipula un normale contratto a 20 euro al mese per la sola navigazione internet con limite di 30 giga, da pagarsi con domiciliazione bancaria.
Capita tuttavia che all'utente giungano bollette quasi da 700,00 euro a bimestre, con causali “costo chiamate” e “servizi a sovrapprezzo”. A questo punto l’utente revoca immediatamente la domiciliazione bancaria, formula i reclami richiedendo la restituzione delle somme, ed esercita il diritto di recesso dal contratto. Il "costo chiamate" era infatti tecnicamente impossibile in quanto l’abbonamento era dedicato alla sola navigazione internet, mentre i “servizi a sovraprezzo” non erano mai stati richiesti. "WindTre - spiega Federconsumatori -, non solo non forniva prova dell’effettivo utilizzo di tali servizi, ma addirittura continuava ad emettere bollette esose come se il recesso non fosse mai avvenuto. L’utente, esasperato dal comportamento di Wind che negava la restituzione delle somme, assistito dal legale di Sede Enzo Iapichino, era quindi costretto a rivolgersi alla giustizia ordinaria, intraprendendo la battaglia giudiziaria nel settembre 2019".
"La vicenda rientra probabilmente nelle indagini condotte dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Milano, le quali stanno accertando che WindTre S.p.a. avrebbe illegittimamente attivato i servizi a sovraprezzo all’insaputa degli utenti, gravandoli di costi non richiesti e generando un volume d’affari di circa 12 milioni di euro, adesso sottoposti a sequestro preventivo" aggiunge Federconsumatori. Ironia della sorte, come riportato dal quotidiano Repubblica, il pm Francesco Greco che sta conducendo le indagini, durante la conferenza stampa ha dichiarato di essere stato lui stesso vittima di tale meccanismo e di aver subito prelievi illegittimi.
"Purtroppo non è un caso isolato - conclude la nota dell'associazione dei consumatori -. Attualmente stiamo valutando altri procedimenti giudiziali verso altre compagnie sia per prelievi illegittimi, sia per violazione del diritto di recesso".