VERBANIA - 01.04.2021 - Neanche l'emergenza Covid ha fermato il giro di prostituzione messo su da V.O, un italiano 55enne residente nella periferia milanese e dalla cinese L.Z, 54anni. Tra i 21 appartamenti affittati dall'uomo in diverse località del Nord Italia, dove giovani orientali (anche clandestine) esercitavano il "mestiere", anche un appartamento a Stresa. Ed è proprio da qui che è partita l'attività investigativa della squadra Mobile, culminata ieri, 31 marzo, con l'esecuzione dell'ordine di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip verbanese per V.O e L.Z. L'uomo ora è associato alla Casa circondariale di Monza, la donna invece è risultata irreperibile sul territorio nazionale; altre due connazionali risultano indagate. Entrambi sono persone note alle forze dell'ordine perché coinvolte in altre inchieste per sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione irregolare.
A dare il via alle indagini, una serie di pubblicità su siti specializzati che rimandano a Stresa come luogo di un'attività di prostituzione di donne cinesi. La polizia scova l'appartamento preso in affitto dall'uomo e approfondisce, scoprendo quindi che dal 2017 ad oggi, l'uomo ha avuto intestati ben 21 contratti di locazione (anche contemporaneamente) in diverse regioni. Appartamentini con caratteristiche simili come il basso costo, la vicinanza a stazioni ferroviarie, l'ubicazione in aree di intenso traffico. Da Stresa, a Torino a Mondovì, passando per Liguria, Lombardia ed Emilia, gli investigatori trovano quegli appartamenti occupati da giovani cinesi - alcune delle quali clandestine - dedite alla prostituzione.
Un ruolo non secondario è svolto da L.Z che, assieme alle due connazionali indagate, svolge le funzioni di "mama san", istruendo e controllando le nuove ragazze e fornendo loro l'occorrente per l'esercizio della prostituzione. Un'attività che, è stato accertato, è continuata anche durante l'emergenza sanitaria da Covid. L'attività degli investigatori potrebbe però non essere terminata, il numero elle donne sorprese a prostituirsi nelle diverse località del Nord Italia, lascia pensare infatti all'esistenza di legami degli indagati con ambienti criminali dediti al reclutamento di donne orinetali da desinare alla prostituzione.