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tribunale aula a vuota

VERBANIA - 02-04-2021 -- La difesa ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari, o una misura meno afflittiva, e il gip s’è riservato di decidere. È durato poco più di due ore, ieri, l’interrogatorio di garanzia dell’ex vicesindaco di San Bernardino Verbano Giovanni Lietta, arrestato lunedì per peculato.

Difeso dall’avvocato Loredana Brizio, ha dato la sua versione dei fatti sulla gestione dei 22.000 euro di denaro pubblico che il sostituto procuratore Sveva De Liguoro gli contesta come utilizzati a fini personali. La parte più consistente riguarda i fondi stanziati dal Comune dal 2016, quando Lietta era sindaco, alla protezione civile. Somme oscillanti tra i 5.000 e gli 8.100 l’anno, erogate come contributo e che non trovano giustificativi di riscontro. Nella prospettazione dell’accusa sono stati spesi per fini personali, circostanza che Lietta nega, sostenendo di averli utilizzati per piccoli interventi o opere sempre per il bene della comunità. Si tratterebbe eventualmente - sostiene - di anomalie contabili, ma non di peculato. Tra le contestazioni c’è anche la fattura di un gommista che è stata messa a carico del Comune per un pneumatico della sua auto, circostanza che ha ammesso.

Lietta è incensurato e, con le dimissioni presentate già l’indomani dell’arresto, secondo la difesa sono venute meno le ragioni della custodia cautelare ai domiciliari, cioè il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Qualora non fosse rimesso in libertà, il suo legale chiede che sia autorizzato a recarsi al lavoro.