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DOMODOSSOLA- 04-04-2021--Il Kiwanis club è un’associazione volta alla solidarietà, soprattutto nei confronti dei bambini, come spiega l’attuale presidente Gianfranco Parlanti. Quest’anno, il Club domese ha realizzato diversi service: contributi ai progetti “Sorrisi di solidarietà” e “Domo riparte 2”, sostenuti dalla Fondazione Comunitaria del VCO e destinati ad assistere bambini e persone in stato di necessità, anche a causa della pandemia in atto; donazioni di attrezzature per attività ludiche alla scuola dell’infanzia di Preglia al fine di favorire il distanziamento dei piccoli durante la ricreazione e di libri-gioco, scritti dalla virologa Ilaria Capua, a scuole materne del territorio. Il Club ha partecipato a progetti del Kiwanis nazionale, quali l’avvicinamento di studenti agli strumenti informatici e, a livello locale, ha distribuito beni di prima necessità a famiglie in stato di indigenza in collaborazione con il CISS domese. Ha inoltre proposto ai Sindaci di Domo, Villa e Crevola l’istituzione del garante comunale dell’infanzia e dell’adolescenza.

Il Kiwanis è un’organizzazione di volontariato apolitica e aconfessionale tra le più diffuse al mondo. Il nome deriva dalla frase “Nunc keewanis” con cui gli indiani Anishinaabe si presentavano, con carichi di pelli di castoro, ai coloni bianchi per far capire che intendevano commerciare e non più combattere. Il Club fu fondato a Detroit nel 1914 da Allen S. Browne, con l’aiuto di uomini d’affari e professionisti, per quello che sembrava essere l’unico scopo dell’associazione: ritrovarsi in armonia al fine di conoscersi meglio e incrementare gli affari. I soci s’impegnavano ad attenersi alle “regole d’oro” quali: affermare la supremazia dei valori umani e spirituali su quelli materiali; promuovere la ricerca e il raggiungimento dei più alti livelli sociali, lavorativi e professionali, rispettando principi di rettitudine, giustizia, patriottismo e buona volontà. Il motto dell’associazione era“commerciamo”, ma un evento cambiò, già dal 1915, lo scopo dell’associazione: l’adozione, da parte del primo Club, di un bimbo polacco trovato mentre uno dei soci si recava a una conviviale del gruppo.

Il piccolo Wladyslaw era stato abbandonato dal padre poco dopo essere stato rapito alla madre, coraggiosa donna polacca sbarcata a Ellis Island nel 1913 per ricomporre la famiglia e far arrivare anche gli altri due figli lasciati in Polonia. Vittoria Nalaski si era ben presto resa conto dell’inaffidabilità del marito (un facinoroso in seguito tornato in Polonia e lì ghigliottinato) e aveva chiesto aiuto a un connazionale per riunire e crescere i suoi tre bambini. Per vendetta, Nalaski le aveva strappato Wladyslaw e lo aveva poi lasciato in strada come un cane diventato scomodo.

I soci del Club gli diedero nome e cognome: Walter Kiwanis! Un socio lo portò a casa e per tutti fu una corsa a provvedere per lui e cercare notizie dei suoi familiari. Walter, divenuto piccola mascotte, dava inizio alle conviviali e riempiva di gioia e orgoglio quegli uomini d’affari, di colpo consci della terribile situazione degli immigrati e di dover dare un nuovo scopo all’associazione: “Serving the children of the world – essere di aiuto ai bambini del mondo”, motto ufficiale del Club. Dopo alcuni anni, vennero trovati la madre di Wladyslaw e il patrigno, ma il cognome del ragazzo rimase invariato. Sulla scia di quel fatto straordinario, che aveva toccato le coscienze degli americani, i Club si dedicarono agli orfani, soprattutto durante la Grande Guerra. Questo spiega perché, ancora oggi, i soci (e dal 1987 anche socie) dei club di novantasei nazioni, pongono i bambini al centro delle loro attività, sia a livello locale, sia internazionale.