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don germano

CANNOBIO - 05-04-2021 -- Il cognome del destino. Quasi cinque secoli dividono Tommaso da Germano Zaccheo. Il primo è l’oste che, nel gennaio del 1522, nella sua locanda sul lungolago di Cannobio, assistette al miracolo della Sacra costa, al distacco di frammenti di ossa e sangue da un dipinto della Pietà esposto nel suo locale. Il secondo è l’ex vescovo di Casale Monferrato, il religioso cannobiese scomparso nel 2007 al quale la città -ricambiata- era fortemente legata.

Nel ricordo di don Germano e alla vigilia del 500° anniversario del miracolo avvenuto in quello spazio pubblico che oggi si chiama via al Santuario, la giunta di Cannobio ha deliberato una nuova intitolazione. Lo slargo davanti al sagrato del santuario sarà piazza Germano Zaccheo. La proposta è stata approvata e inoltrata alla prefettura, chiamata a dare il proprio benestare.

Sono passati quattordici anni dalla morte di monsignor Zaccheo, le cui spoglie riposano nel duomo di Casale Monferrato. Nato a Cannobio nel 1934, fu ordinato il 29 giugno del 1958. Coadiutore a Villadossola, rettore del seminario di Novara e vicario generale della Diocesi gaudenziana, prima di diventare -nel 1995- vescovo della città del Monferrato, è stato attivo promotore della Stampa diocesana novarese. Come giornalista è stato vicedirettore dei settimanali della diocesi, braccio di destro di monsignor Giuseppe Cacciami.

È morto a Fatima, durante un pellegrinaggio, pochi giorni dopo aver assistito alla cerimonia di beatificazione di Antonio Rosmini, figura alla quale era vicino e per la cui causa di beatificazione s’è molto speso.

Nelle intenzioni dell’Amministrazione cannobiese la pratica dovrebbe chiudersi in tempo per la cerimonia di intitolazione che si vorrebbe fissare, a gennaio 2022, in concomitanza con le celebrazioni del 500° anniversario del miracolo.