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VERBANIA - 09-04-2021 -- “Ce l’ho duro”. All’inequivocabile proclamazione della propria vigoria sessuale, annunciata per telefono, ha fatto seguire il silenzio rotto da versi e ansimi. Per quattordici volte, in diversi orari della giornata e in una dozzina di giorni dell’ottobre del 2018, un giovane della provincia di Salerno ha molestato telefonicamente una ragazza di Omegna. Vivevano a centinaia di chilometri di distanza e, all’apparenza, non c’era alcun legame tra di loro. Eppure quelle telefonate fastidiose sono andate avanti sin quando non è stata presentata denuncia. Ai carabinieri non è stato difficile risalire all’identità del molestatore, che non aveva utilizzato nessuna precauzione per nascondere la sua identità, nemmeno celando il proprio numero. È stato così rinviato a giudizio con l’accusa di molestie, reato dal quale il Tribunale di Verbania l’ha assolto per lieve tenuità del fatto. Il suo difensore d’ufficio, avvocato Carlo Falciola, ha sottolineato come i contatti furono limitati nel tempo e che la frase più colorita, il “ce l’ho duro”, sia stata ampiamente sdoganata nel linguaggio comune, anche per via della politica. Il riferimento era all’uso del termine fatto tra gli anni ‘90 e Duemila da Umberto Bossi, il senatùr che lo elesse a motto (tanto che il dizionario annovera ora la definizione di celodurismo) per indicare il decisionismo della Lega Nord.