BUSTO ARSIZIO - 09-04- 2021 - Da cinque mesi sono impossibilitati a raggiungere le loro roulotte parcheggiate in montagna, nella piazzola di un campeggio di un paese del VCO, dove pagano un regolare canone d'affitto. E' la condizione che una decina di proprietari della Lombardia denunciano, rimarcando come le diverse interpretazioni della legge da parte di soggetti diversi li danneggino. In questi mesi, infatti, non è stata loro data la possibilità di verificare lo stato delle loro proprietà (roulotte con annesse casette di legno), né i beni in esse custodite. E così promettono battaglia: annunciando di volersi rifare sul campeggio per i danni subiti, e che nei prossimi giorni comunque si recheranno presso le loro abitazioni mobili.
"Riteniamo che ci sia stato vietato il diritto di disporre della nostra proprietà privata, diritto garantito per legge e ciò ci sta causando un ingiusto e doloso danno", scrivono.
In seguito al DPCM del 14-1-21 e al decreto del 15-3-21 che danno la possibilità ai proprietari di cosiddette seconde case di potersi spostare tra regioni e anche in zona rossa per raggiungerle, i proprietari delle roulotte si sono informati se anche le loro abitazioni mobili ricadessero nella casistica. A questo proposito interpellano il prefetto di Verbania con una mail: "Alla nostra domanda se avremmo potuto spostarci avrebbe potuto negare il diritto e chiudere la questione ma dato che non ci ha negato la possibilità ma ci ha allegato la descrizione delle casistiche del governo lo abbiamo inteso come invito a valutare se nelle descrizioni rientrava il nostro caso ed è pacifico che rientriamo perfettamente nel diritto di abitazione. Inoltre, se interpellando la massima autorità, questa non ti dice non puoi, è abbastanza ovvio che come si usa in giurisprudenza, ciò che non è vietato o negato, è permesso".
La questione avrebbe dovuto concludersi qui, se non che il campeggio "contattato numerose volte da gennaio ad oggi, basandosi al loro dire sul consiglio di FAITA Federcampeggio (associazione sindacale di categoria), su pareri dati in ipotetiche telefonate da polizia municipale e carabinieri hanno continuato negarci il diritto di poter usufruire della nostra proprietà senza fornire uno straccio di documento che validasse quanto da loro affermato, cioè che le nostre non sono seconde case (mai affermato il contrario, sono solo equiparate ad esse nella ratio del dpcm), che loro sarebbero stati multati nel caso ci avessero trovato nelle nostre abitazioni, che noi non potevamo uscire dalla nostra regione e recentemente che per decreto avevano addirittura chiuso. Il tutto senza mai comunicare ufficialmente per mail gli aggiornamenti in seguito ai decreti, eventuali periodi di aperture e chiusure, o qualsivoglia indicazione se non quelle succitate inesatte , fornite solo in risposta ai nostri messaggi whatsapp che li informavamo dell'intenzione di salire. A febbraio, zona gialla, sempre su nostra richiesta di informazioni ci hanno intimato di non presentarci in campeggio dato che erano aperti solo per i Piemontesi (cosa che non spettava comunque a loro stabilire, e non so neanche se legalmente corretto, visto che un'attività civile non può discriminare arbitrariamente ), salvo poi scoprire che alcuni Lombardi sono stati su senza problemi".
Ma i proprietari delle roulotte non si fermano, telefonano ad altri campeggi del VCO e cercano di capire cosa accaduto in alle regioni, raccogliendo diversi e autorevoli pareri al riguardo. Confortati da questi sin vista delle vacanze pasquali scrivono al campeggio informando della decisione di recarsi su dopo quasi 5 mesi, "anche per assicurarci dell'integrità del nostro bene in generale e dei nostri effetti in esso contenuti sia deperibili (cibo) che non (tubature, elettrodomestici e tutto ciò che se non regolarmente utilizzato può rovinarsi)". La riposta però è negativa "non ci si può spostare per turismo - dicono dalla struttura - [...] e anche se fosse vero che siamo equiparabili alle cosiddette seconde case c'è il divieto di spostamento tra regioni in zona rossa".
I titolari delle roulotte non si arrendono ancora e contattano a Regione Piemonte e Polizia "che telefonicamente ci hanno confermato la possibilità di spostarci. Visto che ormai eravamo in ballo, abbiamo telefonato anche alla Polizia Municipale sia in Piemonte che in Lombardia: uno ha risposto di no, uno che ...forse...
Per tagliare la testa al toro ed avere un parere da esibire non solo verbale di Regione Piemonte, confortati dall'assenso telefonico abbiamo scritto una mail alla Regione, che dall'ufficio del Turismo ci ha risposto negativamente sostenendo che vengono date interpretazioni errate in materia da varie fonti e cita una generica 'loro' interpretazione (che invece è una interpretazione giusta) che stabilisce che una roulotte fissa non è giuridicamente definibile come abitazione o seconda casa (in realtà giuridicamente non è scritto da nessuna parte neanche il contrario) e citando altre norme sugli spostamenti che nel decreto non esistono. Facciamo notare che le Regioni hanno il potere si stabilire regole accessorie su spostamenti ed aperture ma non di dare pareri giuridici e interpretazioni in materia di Diritto Civile".
La mancanza di definizione giuridica scritta, e una certa ambiguità del testo del DPCM e del Decreto, il balletto dei colori (rosso-arancione.giallo) le problematiche alla base delle "disavventure" di questi campeggiatori: "Troviamo ingiustificabile questa schizofrenia di opinioni, dove all'interno degli stessi uffici ti danno risposte diverse. Noi sappiamo perfettamente che le nostre unità abitative non sono seconde case. Ma sono abitazioni secondo il concetto giuridico corrente di abitazione rimarcato dalla Prefettura del Verbano (cosa sarebbero altrimenti? ci viviamo regolarmente)".
Troppi pareri e discordanti non fanno giustizia ma generano confusione; i proprietari delle roulotte sentono d'aver subito un torto: "Chi ci risarcisce - affermano - dei mesi non goduti, degli eventuali danni materiali alle nostre unità abitative, del tempo perso e dei danni morali subiti da cittadini vessati da autoreferenziali autorità che hanno abusato della loro posizione?"
I titolari delle roulotte a questo punto annunciano battaglia: si rivarranno contro il campeggio, scrivono, oltre a non pagare la quota dal 14-1-21 "fino alla data in cui riusciremo a godere nuovamente del possesso della nostra abitazione e saranno ritenuti responsabili di qualsiasi danno dovuto ad incuria alle nostre unità abitative in quanto ci è stato impedito di prenderci cura del nostro bene patrimoniale, che è stato chiuso e incontrollato, tutto l'inverno sotto imponenti nevicate". In secondo luogo - concludono - dato che riteniamo di aver ampiamente dimostrato la nostra tesi, ribadiamo di avere intenzione nei prossimi giorni di ricominciare ad usufruire della nostra abitazione, sempre che non ci verrà dimostrato con azione giuridicamente valida e non impugnabile, che secondo Leggi dello Stato, vigenti e consultabili, il parere dei suddetti più volte nominati giuristi non ha valore.
Naturalmente ci auguriamo che eventuali controlli vengano eseguiti da persone informate della legislatura vigente e che siano in grado esibire le leggi che ritiene di far rispettare.
I nostri legali sono pronti ad impugnare ogni abuso e a far valere i nostri diritti".