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VCO - 12.04.2021 - Molte RSA rischiano di chiudere per un squilibrio finanziario diventato insostenibile. E' un drammatico grido d'allarme quello lanciato dai direttori di 19 strutture del Verbano Cusio Ossola e del Novarese (in basso l'elenco) che denunciano, nel disinteresse della politica, la gravità della situazione finanziaria determinata dal Covid. A questo si aggiunge l'allarmante considerazione di una campagna vaccinale non ancora conclusa, né per i ricoverati né per il personale, nonostante le strutture siano in prevalenza Covid free. Questo perchè nel mese di febbraio - spiegano "con il blocco delle forniture Pfizer, le vaccinazioni sono state bruscamente sospese e non sono più riprese".

Ma andiamo con ordine. Il primo punto sul quale si focalizza la nota congiunta delle 19 strutture sono le rette di degenza. "Bloccate dalla Regione Piemonte dal lontano 2013 sono ad oggi assolutamente inadeguate per sostenere le maggiori spese che le strutture devono affrontare per la prevenzione e la gestione della pandemia. Tutto in questi anni ha avuto aumenti: CCNL, luce, gas, forniture, ecc., con le entrate ferme da 8 anni.
Come se ciò non bastasse, tassi di occupazione di posti letto in alcuni casi inferiori del 70% stanno determinando un vero e proprio collasso del sistema".
I ristori promessi dalla Regione e che dovrebbero giungere a maggio "non sono neanche sufficienti a coprire i maggiori costi sostenuti per far fronte al Covid-19 (DPI, spese per sanificazione, ecc.)", affermano dalle RSA, aggiungendo che si attendono notizie da 4 mesi del pagamento delle bollette promesso dalla Regione a gennaio, attingendo i fondi dai canoni idrici.

Il reclutamento massiccio di OSS e Infermieri da parte delle ASL finisce per impoverire gli organici delle RSA, che hanno contratti meno attrattivi di quelli della Sanità: "Che futuro si prospetta con posti letto vuoti, carenza di personale e maggiori costi? Per quanto tempo la capacità di resistenza delle strutture potrà ancora durare?", affermano i direttori delle strutture del VCO, chiedendo un blocco delle assunzioni del personale proveniente dalle RSA, firme di aiuto per le strutture in difficoltà per carenza d'organico e rimarcando che la campagna vaccinale nelle case di riposo non è ancora conclusa. "Anche per questo motivo - spiegano - le procedure interne sono improntate alla massima cautela, alla luce anche delle disposizioni nazionali e regionali che rendono molto più complicati i nuovi inserimenti, le visite dei familiari, la vita di comunità, ecc. Le RSA, che con tanta fatica si erano aperte al territorio, ora sono state chiuse a doppia mandata.
Senza voler approfondire altri temi delicati quali la carenza di medici curanti per gli ospiti in convenzione, l’obbligo di predisporre l’isolamento per i ricoverati dopo una visita specialistica in ospedale o nei poliambulatori, l’obbligo a carico delle strutture di effettuare tamponi antigenici a agli ospiti e ai dipendenti ogni quindici giorni, ecc., la situazione è di una tale gravità che necessita di risposte forti e tempestive".

Dopo l’immagine delle “RSA come luogo di morte, in cui l’incapacità e la superficialità hanno determinato la strage degli innocenti”, i direttori auspicano intanto l'opportunità di veicolare un’altra immagine, visto che oggi quasi tutte le strutture sono Covid free.
In secondo luogo chiedono la revisione del piano tariffario, ovvero delle rette di degenza, bloccato da 8 anni. Altro punto è l’incentivazione dei ricoveri in convenzione, "attraverso un piano speciale che consenta anche di abbattere le liste di attesa che in alcune zone del Piemonte sono diventate infinite". Non si conoscono invece i dettagli relativi alla situazione nel VCO: dal numero degli utenti ricoverati in regime di convenzione, allo stato delle liste di attesa, all'attività dell’Unità di Valutazione Geriatrica, al numero delle pratiche avviate.
Infine i direttori chiedono l’allentamento delle procedure previste per i nuovi ingressi e la progressiva riapertura delle strutture. "Chi porterebbe un proprio caro in una RSA sapendo che per 14 giorni dovrà vivere in totale isolamento e che per mesi non potrà ricevere visite?"

"La situazione è seria, per non dire drammatica, e se non sarà affrontata con decisione e tempestività la chiusura di molte RSA diverrà un destino ineludibile nel silenzio e disinteresse quasi generale. Anche delle istituzioni che a parole dicono una cosa, ma nei fatti..." conclude la lettera dei direttori.

La lettera è formata dai direttori delle RSA di: Ameno, Baceno, Bannio Anzino, Baveno, Belgirate, Cannobio, Domnodossola, Re, Montescheno, Omegna, Ornavasso, Orta San Giulio, Premosello Chiovenda, Vanzone San Carlo, Marzo, Verbania (Muller e San Rocco), Villadossola, Vogogna.