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VERBANIA - 15-04-2021 -- Aveva la punta del naso lacerata che, penzoloni e sanguinante, era attaccata al volto solo da un lembo di pelle. È in queste condizioni che, all’alba del 1° settembre del 2018, un barista d’origini lombarde gestore di un pub di Vogogna giunse al Dea di Domodossola, trasportato dall’ambulanza del 118. Fu visitato, suturato -ci vollero 14 punti per riattaccare la piramide nasale- e dimesso per quella che, così fu messo a referto, era una ferita riconducibile a un morso. Un morso umano - di una donna, come egli riferì al medico di turno e ai carabinieri che erano intervenuti poco prima nel locale.

Per quell’episodio sono a processo, con l’accusa di lesioni personali gravi in concorso, un quarantenne residente a Premosello Chiovenda e la cognata di 35 anni. Entrambi facevano parte di un gruppetto di cinque avventori che, alle due passate, stava finendo la serata al pub. E che, per cause che il processo non ha ancora ben chiarito, hanno avuto uno scontro fisico con il gestore. Ce l’avevano con me per questioni razziali e mi davano del terrone – ha detto la parte offesa, costituita parte civile con l’avvocato Marisa Zariani, raccontando di aver spinto la ragazza che era in stato alterato, innescando la reazione degli altri che l’hanno preso a pugni e calci, mandandolo dietro il bancone dove ha agitato in aria un bastone per spaventarli ma che poi, spinto in cucina, una volta a terra è stato trattenuto dall’uomo mentre la donna lo morsicava al naso.

Se i due avventori presenti quella sera ma estranei al gruppetto, cioè testi neutrali, hanno detto di non aver visto tutta la scena, gli amici degli imputati hanno escluso che qualcuno di loro abbia morso il barista e, senza specificare come si sarebbe ferito, hanno testimoniato d’essere intervenuto perché lui, col bastone, cercava di picchiare i clienti.

La circostanza della ferita è confermata, oltre che dal medico del Dea, anche dal carabiniere del Radiomobile che alle due e mezza intervenne sul posto.

All’appello manca solo un ultimo testimone, il cameriere in servizio quella sera al pub che ora vive in Campania e che, nella prossima udienza del 15 settembre, sarà accompagnato dai carabinieri.