VERBANIA - 15-04-2021 -- Alla fine è tutta una questione di metri e di secondi. È partendo dalla posizione al momento dello scontro dei veicoli, la Citroen Picasso che svoltava a sinistra e la Kawasaki ER-6N 650 che viaggiava sul rettilineo, che i periti hanno cercato di ricostruire l’incidente mortale nel quale, il 17 novembre 2018, perse la vita Daniele Boscani, cuoco di 35 anni di Gravellona che, diretto in moto al lavoro a Vogogna, morì sul colpo a Premosello Chiovenda.
Dai rilievi della Polstrada quattro periti hanno cercato di attribuire una velocità alla moto che il guidatore dell’auto, il meccanico del paese Vincenzo Reina, nello svoltare verso il parcheggio di un bar-enoteca, si vide schiantare nella parte anteriore destra del mezzo.
Per il perito della Procura la moto andava a 67 chilometri l’ora. Ancor meno, a 46, nel parere del tecnico incaricato dalla parte civile, i parenti del cuoco deceduto. Molto di più secondo i consulenti della difesa (116 km/h) e dell’assicurazione citata come responsabile civile (tra 102 e 107), ma anche della Polstrada che ha parlato di almeno cento all’ora.
Stabilire la velocità della moto -quella della Picasso, in manovra, era molto bassa- è un fattore determinante affinché il giudice Donatella Banci Buonamici possa valutare la responsabilità penale di Reina, citato a giudizio per omicidio stradale e difeso dall’avvocato Thomas Altana. La sua fu una manovra totalmente imprudente oppure nel provocare il sinistro ha concorso l’imprudenza del motociclista?
Su questo punto, sulla condotta in sella del 35enne di Gravellona, molto insistono le parti civili. Più volte l’avvocato Giuseppe Russo ha ribadito che era un padre di famiglia e un uomo posato, competente nel condurre il mezzo.
L’udienza di ieri ha messo a confronto tre dei quattro periti, le cui conclusioni sono divergenti. Il processo si concluderà il 22 settembre con l’escussione dell’ultimo teste, una donna impedita ieri per il Covid, e con la discussione.