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noemi mengo

NEW YORK - 16-04-2021 -- È partita dall’Italia a gennaio del 2020, con in valigia un titolo di studio, una prima esperienza lavorativa, tanti buoni propositi e la volontà di costruirsi una carriera negli Stati Uniti. Non pensava che fosse in arrivo una pandemia, ma ha tenuto duro e ora che la situazione va migliorando, è pronta per la ripresa.

Noemi Mengo ha 27 anni, è di Cannobio e vive a New York, dove lavora nel campo della comunicazione ma in un ambito settoriale. Per la Colangelo & Partners promuove i brand del vino e dei liquori. “Mi sono laureata nel 2019 in Editoria e Giornalismo a Verona – racconta – e nell’ultimo anno di università ho collaborato con la testata Wine meridian. È nato così il contatto che mi ha portato in America. Mi hanno offerto una posizione di partenza. È più di uno stage, è un lavoro vero, che ho accettato di buon grado e sono partita”.

Nella Grande Mela il focus iniziale era l’organizzazione di eventi internazionali di promozione. “Poi, però, è arrivato il Covid e il lavoro s’è necessariamente adeguato. Mi sono trovata subito bene e ho avuto un buon riscontro lavorativo, salendo di livello. Da italiana un po’ mi sono stupita, ma qui c’è meritocrazia ed è più facile avere occasioni. Per conto dell’agenzia seguo alcune aziende italiane che promuovo tra i media statunitensi. Tengo i contatti coi giornalisti, li incontro se possibile, presento i prodotti, curo assaggi o degustazioni...”.

Il pr dei vini non è un lavoro pubblicitario. “È comunicazione: capire il prodotto, quali caratteristiche ha, saperlo spiegare e raccontare in modo che sia recensito su giornali specializzati. Il vino italiano è un brand già di per sé e c’è attenzione in America. Ma non basta. Le aziende produttrici, che spesso sono contadini che si raccolgono in consorzi, hanno bisogno di farsi conoscere”.

Quali sono oggi le tendenze? I vini italiani di moda negli Usa? “Il Prosecco ha avuto una crescita impressionante ma nei punti della grande distribuzione organizzata vanno forte i toscani: Brunello e Chianti. Bene il Barolo e crescono i vini del sud”. E i liquori? “La mia agenzia tratta al 70% vino e al 30% superalcolici. Abbiamo clienti italiani ma anche internazionali”.

Trasferitasi ad Astoria, nel Queens, la giovane cannobiese ha imparato a convivere con i ritmi dello smart working. “I nostri uffici sono tra la 39esima e la sesta avenue, dove abbiamo anche due wine room. Ci vado una volta la settimana, anche perché avere una routine lavorativa è importante. Nel resto del tempo mi tengo in contatto con i clienti e con i giornalisti di riferimento, sperando che con settembre si possano tenere i primi eventi all’aperto”.

A New York la campagna vaccinale prosegue e la vita sta lentamente tornando alla normalità. “Non mi sono goduta appieno New York perché la pandemia è arrivata dopo poco che ero arrivata. Qui mi trovo bene e sono determinata a restare, almeno nei prossimi anni, per costruirmi una carriera. Ringrazio la mia famiglia che mi ha sempre supportato e che mi sostiene. I prossimi passi? Sto studiando per diventare sommelier”.