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VERBANIA - 23-04-2021 -- Sono 48, tutte -tranne un caso, di cui tratteremo a parte- promosse da privati, le proposte di varianti urbanistiche giacenti al comune di Verbania. Alcune risalgono al 2017 e 2018, ma la buona parte sono pervenute tra il 2020 (11) e il 2021 (18), cioè quando l’Amministrazione verbanese ha annunciato la volontà di procedere con una revisione generale del Piano regolatore.

La tempestività non stupisce, perché queste istanze sono, salvo ripensamenti della giunta, l’ultima possibilità per effettuare modifiche da qui ai prossimi anni, dal momento che l’iter per l’approvazione di una variante strutturale è lungo e, durante esso, scattano le clausole di salvaguardia che bloccano tutto sino all’approvazione.

Le richieste vanno dalla correzione di errori materiali al cambio di destinazione d’uso, allo spostamento di volumetria. Prevedono in genere piccole variazioni, ma anche alcune operazioni più complesse.

Sono, si passi il termine, i “saldi” urbanistici prima della revisione del Prg, sulle cui modalità ieri sera in Commissione urbanistica ci sono stati i distinguo di parte delle minoranze. Giandomenico Albertella (Insieme per Verbania) e Attalla Farah (Prima Verbania) hanno accusato l’Amministrazione di scarsa trasparenza. Meglio avrebbe fatto – hanno sostenuto – se avesse pubblicato un bando pubblico aperto a tutti i cittadini e professionisti informando della possibilità di esaminare richieste di varianti urbanistiche.

Invece così non è stato. Anzi. Il 16 aprile la giunta ha deliberato un atto di indirizzo secondo cui si sarebbero valutate solo le domande pervenute entro il 15 (il giorno prima). Domande illustrate il 22 (ieri sera) in Commissione con l’impegno a portarle in Consiglio comunale entro maggio.

È su questi tempi stretti e sulla mancata condivisione che hanno insistito le minoranze, anticipando una polemica che andrà presumibilmente avanti da qui al mese prossimo.

Quanto alle 48 richieste, la giunta s’è espressa per accogliere solo quelle “minori”, che non comportano varianti parziali o aumenti di volumetria residenziale, respingendone alcune per ragioni tecniche o perché troppo invasive, e rimandandone altre ad approfondimenti da eseguire.