VERBANIA - 24-04-2021 -- Dietro lo slogan -”liberiamo il Castelli”- e la contingenza di un ospedale con attività ridotta causa pandemia, c’è (di nuovo) il futuro assetto della sanità provinciale.
Dalle 14,30 di oggi pomeriggio va in scena davanti al nosocomio pallanzese il sit-in di protesta promosso da chi, all’interno del centrosinistra verbanese, da mesi sostiene che sia in atto un depotenziamento dell’ospedale di Verbania in favore di quello di Domodossola, con servizi e specialità sospese col pretesto del Covid-19 che sarebbero solo l’anticamera del diverso peso che, in futuro, il “San Biagio” potrebbe avere sul “Castelli”.
È, insomma, l’espressione del timore d’una riforma della sanità squilibrata tra territori. Un timore che, forse, non a caso si esterna nei giorni in cui da Torino s’attendono novità sulla riforma della sanità annunciata nell’ottobre del 2019 dal governatore del Piemonte Alberto Cirio.
L’annuncio del nuovo ospedale in Ossola e del contestuale depotenziamento di quello di Verbania, retrocesso a succursale, avevano innescato una protesta che solo la pandemia ha frenato, ma non spento. La prossima settimana si terrà la riunione della Rappresentanza dei sindaci dell’Asl Vco nella quale sarà presentato lo studio dell’Ires (l’istituto regionale di statistica) sul futuro assetto sanitario alla luce delle aperture di Torino sul mantenimento del Dea a Verbania.
È uno snodo cruciale, anche politico. Il centrodestra confida di recuperare le divisioni scoppiate un anno e mezzo fa, ma sul punto il centrosinistra, in particolare il sindaco di Verbania Silvia Marchionini, tiene ferma la barra della difesa del “Castelli”, che si esprime anche nell’evento odierno.
La protesta va in scena con l’adesione delle componenti civiche cittadine che sostengono la maggioranza a Palazzo Flaim, con il Partito democratico, con la civica di centrodestra Insieme per Verbania e il consigliere di Prima Verbania Attalla Farah, con Italia Viva e anche con il Movimento 5 stelle.