VERBANIA - 24-04-2021 – Pericoloso ma non abbastanza, finito ma da finire, con le zebre ma da ripitturare, asfaltato ma da riasfaltare, senza illuminazione, senza collaudo, chiuso... anzi no: aperto. Sembra una telenovela la storia del parcheggio di Fondotoce, quello che il comune di Verbania ha quasi ultimato nell’area ex Scarsetti, appositamente espropriata, in via 42 Martiri.
La trentina di posti auto ricavati a ridosso del centro serve anche per compensare quelli che si perderanno nella sistemazione della centrale piazza Adua, il cui cantiere è scattato nei giorni scorsi.
Residenti e alcune forze politiche hanno criticato l’accavallarsi dei due cantieri, che ha ridotto il numero di stalli per la sosta nella frazione. L’Amministrazione ne ha spiegato le ragioni tecniche, ha chiesto di avere pazienza ma ieri -anche dopo che il tema è tornato d’attualità con un articolo sul quotidiano La Stampa- il sindaco Silvia Marchionini ha preso la situazione di petto, imponendo l’apertura del parcheggio, in mezzo al quale si trova addirittura una ruspa. Parcheggio che non è collaudato e che, per voce dei tecnici e di due assessori, non garantisce la sicurezza degli utenti, tanto che all’ingresso è stato affisso il cartello che lo certifica.
Il “caso” nasce tra febbraio e marzo, quando l’impresa incaricata, posato l’asfalto e pitturati gli stalli, era pronta a consegnare il parcheggio. Un sopralluogo di Ufficio tecnico e polizia locale, con i rispettivi assessori ne ha ravvisato la pericolosità per via di un tombino fuori livello che avrebbe richiesto uno strato ulteriore d’asfalto e per la mancanza dell’impianto di illuminazione, che per la verità non è una mancanza dell’impresa, semplicemente perché non era contenuto nel progetto andato in appalto.
S’è così deciso di lasciar fuori le auto, in attesa dell’asfalto (da posare a caldo, in migliori condizioni meteorologiche e di temperatura), del rifacimento della segnaletica e della realizzazione dell’impianto luci. Interventi, questi, tuttora mancanti e che si completeranno entro maggio, metà giugno, quando si terrà la cerimonia di inaugurazione e di intitolazione a Maria Vittoria Zeme, la crocerossina verbanese volontaria nella seconda guerra mondiale internata in un lager tedesco.
Dal sopralluogo di marzo a oggi, in cantiere nulla è cambiato e la pericolosità è la medesima. La domanda, lecita, è dunque: se lo si può aprire oggi, perché non lo s’è aperto allora? La risposta, forse, sta nell’urgenza di recuperare quella decina di posti auto tolti in piazza Adua, che evidentemente il Comune ritiene almeno pari al rischio. La speranza di tutti è che, mancando la sicurezza, non accada nulla. Perché se qualcuno si dovesse far male ci sarebbe da sbrogliare la matassa della responsabilità tra Comune, impresa e automobilista.