STRESA – 19.01.2016 – Una piccola pietra d’inciampo
– in tedesco: stolperstein – per ricordare una grande persona. È stato posato domenica pomeriggio con una cerimonia pubblica alla presenza delle autorità l’omaggio della città di Stresa al capitano Giuliano Nicolini. Medaglia d’argento al valor militare, Martire per la libertà, Deportato e insignito della medaglia d’Onore della Liberazione, Nicolini fu tra coloro che non piegarono la schiena negli anni della seconda guerra mondiale, rimettendoci la vita.
Nato a Stresa nel 1913, fu ucciso nel campo di punizione tedesco di Unterlüss (Germania) il 6 aprile 1945, pochi giorni prima della liberazione. Arruolato nell’esercito operò nel 1942 come tenente di fanteria nei Balcani, ottenendo la promozione a capitano. Dopo l’Armistizio rifiutò di consegnare le armi ai tedeschi e fu deportato in Germania. Passato in più campi di internamento e concentramento si rifiutò di lavorare per produrre armi. Nel campo di detenzione si offrì di prendere il posto di altri prigionieri destinati alla fucilazione e per questo fu punito con il trasferimento a Unterlüss, campo tra i più duri della Germania. Lì, dopo denutrizione, privazioni fisiche e torture, morì colpito a bastonate da un sorvegliante ucraino, come ha testimoniato giovanni Guareschi nel suo "Il grande diario. Giovannino cronista del Lager". La sue spoglie furono portate a Stresa nel 1950.
La sua storia, raccontata da testimoni e testimoniata dalla Croce Rossa Internazionale, gli valse la medaglia d’argento al valor militare. Nel 1972 il comune di Milano l’ha riconosciuto Martire per la libertà; nel 1974 il Consiglio regionale del Piemonte “Deportato politico nei campi nazisti e Combattente per la libertà”. Il 2 giugno scorso a Varese gli è stata conferita la medaglia d'Onore.