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DOMODOSSOLA- 26-04-2015- Bene, dopo lustri, la legge per la specificità montana del Vco ottenuta

principalmente da Enrico Borghi, ma nessuno sconto al resto del territorio, la nuova provincia ovrà avere una maggioranza qualificata, per evitare “inciuci” e bisognerà ridiscutere la disposizione dei vari uffici sul territorio. Questo quanto sostenuto dal comitato Sos Ossola in un comunicato stampa in cui si lancia un monito alla Regione: “Non si farà fare alla sinistra quello che non si è fatto fare alla destra”: “Dopo l'ultima vicenda sanitaria nel Vco su uno dei Dea da chiudere- così Bernardino Gallo- la situazione è quasi irrecuperabile. Andando controcorrente rispetto ai pensieri soprattutto degli ossolani che s'illudono di poter "vincere" da soli, credo vi sia una sola strada per rianimarla e rifondarla, quella indicata con molto coraggio dall'on. Enrico Borghi con l'iniziativa della specificità fondata, non sulle chiacchiere sterili di almeno tre lustri, ma su solidi fondamenti legati alla normativa vigente. Ho suggerito che l'assemblea di tutti i comuni del Vco, che diventerebbe organo istituzionale della provincia, abbia la necessità di poter decidere su questioni molto importanti non a maggioranza semplice, ma con un voto qualificato superiore alla somma dei sindaci di due zone, procedura che garantirebbe ogni singola realtà. Come ricorderete io ero e sono per la provincia federale, ma con questo escamotage molto semplice da realizzare, il risultato è il medesimo e si realizza in tempi brevissimi e chissà che non si possa recuperare l'unità del Cusio. A proposito non vedo, sino ad ora, moltissimi appoggi a Borghi che rischia di suo. A mio avviso anche la riallocazione dei servizi dovrebbe competere ai i capoluoghi del Cusio, del Verbano e dell'Ossola. All'appuntamento con l'assessore alla sanità si è andati in ordine sparso facendo l'errore di accettare la proposta della chiusura di uno dei due Dea e di dover esprimersi in pochi giorni. Gli ossolani, che hanno subito da anni scippi e fregature nel silenzio più assoluto, sono diffidenti, hanno il sangue agli occhi dopo le ultime vicende sul Dea. Credo che ne abbiano ragione da vendere. Coloro che si richiamano all'unità nel Verbano sono stati sempre silenziosi e acquiescenti per i furti all'Ossola ed è naturale pensare che tale richiamo all'unità, sia dovuto, tra più, per la "strizza" di aver temuto di perdere il Dea in considerazione del documento approvato all'unanimità con l'assenza della sindaca Marchionini, presentato dai sindaci ossolani, (fondamentale il contributo di Sos Ossola che viene ignorato dopo aver cancellato, senza alcuna comunicazione, il preambolo sull'ospedale plurisede). La stessa dichiarazione della capo gruppo di Forza Italia Mirella Cristina di Verbania, che ha sostenuto che gli ossolani andrebbero "educati", è stata una bomba di distrazione e distruzione di massa, che dovrebbe rimangiarsi velocemente e dalla quale i verbanesi dovrebbero prendere le distanze così come i colleghi di partito ossolani e perchè no anche i rappresentanti dell'Ossola e non lasciare al sottoscritto tale compito. Non tocca certamente a me ricordare che l'Ossola ha avuto personaggi di spicco nel campo culturale. Ne cito almeno due: Gianfranco Contini, Giovanni Matteo Capis. Ne tralascio molti altri. Tutti i comuni del Vco si attivino per seguire la strada indicata dall'on. Borghi nei consigli comunali e si creerebbe un clima di fiducia per costruire, unitariamente, una soluzione della sanità nel Vco che deve nascere dal territorio con il confronto anche popolare e non imposta alla regione che dovrebbe riconoscerci maggiori risorse, perchè nella Periferia dell'Impero i servizi costano il 25% in più che nelle città. In merito al piano di rientro regionale, nonostante la difficile situazione finanziaria, che andrebbe anche corroborata da parte della regione da una richiesta al governo di allineamento alle altre regioni in termini di risorse assegnate essendo molto indietro rispetto a molte altre regioni, non consentiremo al centro sinistra quello che abbiamo impedito al centro destra. La cura proposta dalla regione Piemonte ammazzerà il cavallo, soprattutto in periferia. Ho la convinzione che avanzi il solito torinocentrismo viste anche le esperienze di Chiamparino presidente, ex sindaco di Torino, e di Saitta assessore, ex presidente della provincia di Torino. Noi siamo il Piè Monte e dobbiamo dare maggiore attenzione al Monte che potrebbe franare sul Piè. Diversamente l'Ossola., (auspicando che si evitino iniziative non democratiche, peric lose quanto sterili), credo sia pronta a una sorta di secessione, a chiedere di uscire da questa provincia o battersi per la sua cancellazione e rivendicare per se un'autonomia amministrativa e un ospedale completo di Dea".