BELLINZONA - 17-05-2021 - Il Consiglio di Stato ticinese risponde a Confcommercio, che chiedeva allentamento delle misure alla frontiera. Misure prese dal governo italiano, ricorda Bellinzona, ma alle quali non è possibile derogare per i comuni di frontiera, così come richiesto.
Lo scrivente Consiglio di Stato ha preso atto della vostra lettera del 3 maggio 2021, riferita alla tematica in oggetto, alla quale ha rivolto la massima attenzione.
Innanzitutto lo scrivente Consiglio riconosce l’importanza economica delle aree di frontiera e la loro stretta interdipendenza, sia per quanto concerne l’interazione sul mercato del lavoro, con i suoi aspetti positivi e le sue riconosciute criticità, sia per quanto attiene gli scambi commerciali. Nel merito si ricorda che la metà degli scambi commerciali bilaterali tra Svizzera e Italia avvengono nella zona di frontiera.
Il Governo cantonale, pur considerando in primo luogo la salute e la sicurezza della cittadinanza, è altresì cosciente della necessità di una pronta e piena ripresa delle attività economiche, che ad oggi sono ancora fortemente limitate in certi settori.
Per quanto attiene la mobilità transfrontaliera, lo scrivente Consiglio ricorda che le limitazioni a livello di mobilità nella zona di confine sono dovute esclusivamente a delle misure decise e implementate dalla Repubblica italiana. Per altro, sul lato svizzero, le competenze in merito sono appannaggio della Confederazione e non dei Cantoni. Si segnala a proposito che le normative svizzere prevedono che le regioni di confine con la Confederazione, proprio in ragione delle strette relazioni economiche, sociali e culturali, possano essere escluse dall’elenco dei Paesi a elevato rischio di contagio per i quali è prevista una quarantena.
Date queste premesse, il Cantone Ticino è formalmente intervenuto a varie riprese nei confronti della Confederazione, chiedendo l’adozione di misure coordinate e non contradditorie con la Repubblica italiana, auspicando un approccio comune e condiviso, riferito ad esempio all’introduzione di un certificato COVID-19 riconosciuto a livello internazionale (green pass).
Lo scrivente Governo considera pertanto inopportuna l’eventuale introduzione di deroghe ed eccezioni, segnatamente istituendo a cavallo della frontiera delle zone di mobilità agevolata, che sarebbero nei fatti difficilmente applicabili e verificabili, ma soprattutto causerebbero evidenti discriminazioni e risulterebbero di difficile comprensione presso la popolazione.
Si constata tuttavia come la situazione epidemiologica stia globalmente migliorando in tutta la fascia di confine e i programmi di vaccinazione stiano ora avanzando a ritmo sostenuto. Date queste premesse, lo scrivente Consiglio di Stato auspica che le competenti Autorità possano procedere all’apertura delle attività economiche, alle quali seguirà logicamente anche l’agevolazione della mobilità transfrontaliera. Ciò sarà in particolare facilitato dalla volontà delle Autorità nazionali competenti, in attesa dell’introduzione di un certificato Covid-19 riconosciuto a livello europeo, nel riconoscere i rispettivi certificati di avvenuta vaccinazione.