NOVARA - 21-05-2021 - E’ stata di 24 anni di carcere la condanna inflitta ieri a Vittoria Gualdi, la sessantasettenne di Pallanzeno che ha ucciso la sera del 16 luglio 2020 il figlio Elvis Motetta, 48 anni. La sentenza ha scatenato sui social una sequela di commenti in difesa della donna, che sarebbe stata vessata per anni, insieme al marito morto poche settimane prima dell’omicidio, dal figlio tossicodipendente.
In realtà la legge è stata modificata dal 2018-2019, dal “codice rosso” per l’ambito domestico e familiare, che si occupa prevalentemente del femminicidio ma in cui rientra anche questo tipo di omicidio, disposizioni che oggi prevedono l’impossibilità di richiedere il giudizio abbreviato (che riduce di un terzo la pena), e che impediscono di valutare in maniera prevalente le attenuanti generiche rispetto alle aggravanti (altra potenziale riduzione di un terzo). A conferma dell'applicazione indiscriminata di tale nuova legge a tutte le situazioni omicidiarie si è già anche pronunciata favorevolmente la Corte Costituzionale
In questo caso i giudici (le motivazioni arriveranno solo tra 15 giorni) hanno escluso le aggravanti contestate della premeditazione e dell'uso di sostanze velenose, e concesso le attenuanti generiche equivalenti alle altre aggravanti, il vincolo famigliare e la crudeltà.
I legali della donna, gli avvocati Enrico Albert e Silvia Varioletti, attendono di leggere le motivazioni della sentenza per valutare gli spazi per un appello per questioni tecniche e giuridiche sia generali che relative anche al bilanciamento tra aggravanti ed attenuanti ed alla quantificazione della pena.
La confessione e l'esame reso dall'imputata nell'istruttoria - spiega l’avvocato Albert- hanno trovato riscontro dal punto di vista medico legale, investigativo e processuale. Auspicavamo che la stessa ricostruzione confessoria fornita dall'imputata, contenente non soltanto circostanze sfavorevoli, venisse valutata attendibile a 360 gradi, ma così risulta non essere stato.
La norma dispone che l’omicidio è punito con una pena minima di 21 anni con i detti stringenti nuovi limiti di diminuzione di pena, per cui, non accogliendo la Corte la ricostruzione alternativa dell’episodio e non valutando nemmeno quale attenuante una diminuita capacità di intendere e di volere dell'imputata, da lì si partiva come pena base, anche se il paese umanamente avrebbe voluto più indulgenza.
La signora è stata valutata pienamente capace nonostante gli stress a cui era stata sottoposta, la perdita del marito pochi giorni prima e le continue "discussioni" col figlio violento e tossicodipendente, senza nessuna parziale incapacità nonostante testimoni abbiano confermato come dopo la morte del marito non fosse più la stessa e abbiano confermato anche i maltrattamenti e vessazioni subite per decenni da parte del figlio tossicodipendente.
Sui social Vittoria Gualdi ha ricevuto centinaia e centinaia di messaggi di sostegno, e tutto il paese di Pallanzeno le è vicino e solidale.