PIEMONTE- 30-05-2021-- Il caldo non arriva e le temperature, ideali per camminare, ci consentono di alzare un po' l'asticella ed iniziare gite di buon dislivello in previsione delle “cose serie” programmate per l’estate. Per ora ci limita ancora la neve presente sotto i duemila sui versanti nord, ma va bene così. Abbiamo rivisto, dopo anni, un bellissimo alpeggio, purtroppo quasi totalmente abbandonato e con sentieri un po' trascurati.
GITA N. 39 – ALPE ROI
MAGGIO 2021
Dislivello: 1130 m. Tempo totale: 5 h 50'. Sviluppo: 13 km.
Mentre gli altri amici oggi prediligono le bellezze collaudate e già ripetutamente visitate di Vova e Salecchio, in cinque andiamo alla riscoperta del versante nord del Monte Togano e del Pizzo Marcio, nella Valle Vigezzo occidentale.
A tre anziani e a un ex alpinista, anonimo e poco fotogenico, fa compagnia una forte signora. La giornata è splendida e un fresco venticello da nord crea la temperatura giusta per superare con fatica ridotta i ripidi pendii del Bosco dell'Erta.
Ci ritroviamo a Trontano e proseguiamo per Verigo, parcheggiando nel piazzale al termine della strada asfaltata, dove si trova la Cappella della Valegia, quota 570. Lungo la strada sterrata ci abbassiamo di qualche decina di metri e incontriamo, sulla sinistra, la Cappella Arvinela, curiosamente rivolta verso il bosco, “spalle rivolte” ai viandanti. Attraversiamo il Rio Margologio, ricco delle acque del grande fornale di Basagrana, fra Togano e Tignolino.
Che l'homo idroelettricus non le abbia ancora prese di mira? Oltre il ponte la sterrata sale ripida e poi più dolcemente. Dopo pochi minuti, in corrispondenza del traliccio di una linea elettrica, un sentierino sale sulla destra. Lo seguiamo, attraversiamo i binari della Vigezzina ed entriamo nel bosco. Dopo mezz'ora dal parcheggio lasciamo alla nostra destra le rovine dell'Alpe Pianezza. Il sentiero è evidente, ma non segnato, fino all'Alpe L'Erta, 1038, (tre quarti d'ora). Qui c'è l'unica fontana che troveremo oggi. Breve pausa e risaliamo il Bosco dell'Erta, inizialmente molto ripido. Il sentiero è segnato di fresco e molto bene, cioè da qualcuno che sa che i segni devono essere visti anche da chi scende. Arriviamo a Roi in un'ora e un quarto. Il grande alpeggio, a quota 1532 alle baite più alte, è ben visibile dal fondovalle e attira l'attenzione sempre degli escursionisti.
Oltre ad essere devastato dai cinghiali, è quasi abbandonato e la vegetazione inizia a mangiarsi il prato. Il panorama dal Rosa alle montagne di Vigezzo, con scorci sulla piana dell'Ossola e il Tignolino che incombe, è stupendo. All'altezza delle baite alte ad oriente individuiamo con difficoltà il sentiero, indicato sulla cartina come “non segnalato”, verso l'Alpe Miucca. Ne riparleremo. Puntiamo invece, dalle baite alte ad occidente, all'Alpe Sassoledo Superiore. Il sentiero evidente si dirige a sud con saliscendi, ma arriviamo ad un canale molto ripido con residuo di valanga. Si tratta di circa quindici metri di neve molto dura e non siamo attrezzati.
La sacra regola del saper rinunciare, che ci ha permesso di superare i sessanta e anche i settant'anni, viene applicata senza esitazione. Se ne riparlerà fra un mese. Il vano tentativo ci ha portato via mezz'ora. Le incisioni rupestri di Sassoledo, che sono lì forse da millenni, possono aspettare ancora qualche settimana. Dopo la lunga e tranquilla pausa pranzo a Roi iniziamo la discesa lungo il percorso di salita. Passiamo da L'Erta e, a quota 850, incontriamo un bivio con un sentiero evidente a sinistra, anche questo indicato sulla cartina come “non segnalato”, che dovrebbe portare direttamente a Verigo, attraversando il Margologio più in alto di stamattina. Purtroppo, dopo un quarto d'ora, scompare nel nulla.
Torniamo sui nostri passi dopo vane ricerche e, senza ulteriori varianti, arriviamo alle auto dopo quasi tre ore da Roi, una delle quali persa a causa della nostra ottimistica fiducia nelle cartine. A Trontano la signora che ci ha sopportati per tutto il giorno ci offre pure una birra, forse per festeggiare la sua imminente libertà.
Gianpaolo Fabbri