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montefusco luigi

VERBANIA - 04-06-2021 -- “Piena e convinta solidarietà per l’esemplare e doveroso impegno profuso in un atto d’ufficio (…) al solo scopo di accertare la verità”. Viene dal presidente del Tribunale di Verbania Luigi Montefusco (nella foto), rivolto al giudice Donatella Banci Buonamici, il sostegno personale e professionale alla collega nel momento in cui il magistrato -presidente della sezione penale e, sabato, gip che non ha convalidato due dei tre fermi disposti dalla Procura per il disastro della funivia del Mottarone- è pesantemente sotto attacco.

Il clamore mediatico, la sovraesposizione e le molte (troppe) dichiarazioni pubbliche rese nelle concitate fasi delle indagini, hanno indotto nell’opinione pubblica la sensazione che i colpevoli fossero stati incastrati. Sensazioni frustrate quando il gip non ha convalidato i fermi. L’ha fatto su questioni giuridiche, ritenendo non sussistenti allo stato attuale gravi indizi di colpevolezza per i quali applicare misure di custodia cautelare. Perché di questo si tratta, cioè di -in attesa che un processo chiarisca le responsabilità- decidere se per ragioni di giustizia (inquinamento delle prove, reiterazione del reato, pericolo di fuga) gli indagati non possono restare liberi.

Non compreso dai più, questo fatto ha innescato una rabbia dilagante, che è trascesa anche in insulti e minacce, soprattutto sui social network. Parlando di indagini “delicate e complesse” e riconoscendo che (una parte dell’opinione pubblica è comprensibilmente desiderosa di una rapida individuazione dei colpevoli”, Montefusco stigmatizza quella che chiama una “gogna mediatica”, le “inaccettabili e preoccupanti minacce” subite dal gip.