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BERNA - 07-06-2021 - Grazie a un nuovo accordo, la Svizzera metterà il laboratorio di Spiez a disposizione del World Health Organization (Organizzazione mondiale della Sanità) come deposito mondiale del coronavirus e di altri agenti patogeni con potenziale epidemico o pandemico.
Il Laboratorio che ha sede nell'Oberland bernese è un luogo reale che flirta con l'immaginario. Nato per la guerra, diventato in tempi recenti supporto per le politiche internazionali di pace e disarmo. Creato dalla Confederazione dopo la Prima Guerra Mondiale (1923) come luogo per la protezione antigas presso il Politecnico federale di Zurigo, si concentrò inizialemnte sulla creazione di maschere antigas per soldati e cavalli; con le prime avvisaglie di una nuova guerra mondiale il Laboratorio Spiez divenne centro dell'esercito svizzero dedicato alla guerra chimica e, dopo il '45, dopo cioè Hirishima e Nagasaki, divenne sito di studio per la protezione dalla minaccia nucleare, anche quella civile, come si stabilì dopo il disastro di Cernobyl. Nel corso degli anni '90, il ruolo il Laboratorio ha cominciato a offrire periodicamente il proprio sostegno tecnico alle delegazioni svizzere in occasione delle trattative sul disarmo. Inoltre ha organizzato conferenze internazionali per prevenire la proliferazione di armi di distruzione di massa. Un impegno che continua a portare avanti cosicchè negli ultimi decenni il Laboratorio Spiez è riuscito a profilarsi quale centro di competenza di fama mondiale e quale strumento della politica di sicurezza svizzera. Non sorprende che faccia parte dei circa 20 laboratori specialistici al mondo con certificazione OPAC, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche fondata nel 1997. Ed oggi, consolidando il suo posto nella storia, questo luogo immerso nella quiete delle montagne custodirà l'incubo più recento dell'umanità.