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BROVELLO C. – 25.01.2016 – Era geloso della moglie 

e non voleva che nessuno guardasse in casa o nel cortile nella sua abitazione. È la difesa della privacy la scintilla che ha fatto scattare una zuffa a Brovello Carpugnino. Con reciproche accuse di minacce, percosse, ingiuria e lesioni sono a processo dal giudice di pace di Verbania Nabil Mousa Mohammad Al Katout e Alessandro Cerini. Il primo, di religione musulmana, vive in un piccolo condominio del comune collinare insieme alla moglie e ai due figli. La consorte indossa il chador della tradizione e l’uomo è molto attento alla sua riservatezza e a evitare che possa essere vista da occhi altrui negli spazi comuni dell’abitazione. Il 9 maggio 2011 in una corte attigua si trovava Cerini, che stava effettuando alcuni lavori al primo piano. Dalla sua posizione aveva piena visione dell’abitazione degli Al Katout. Questa sua presenza, sgradita al vicino, fece innescare un diverbio dal quale si passò presto alle mani, con il successivo intervento dei carabinieri e le reciproche denunce.

Oggi in aula ha testimoniato il carabiniere intervenuto sul posto quel giorno, che ha riferito come fosse abitudine di Al Katout difendere la propria riservatezza, tanto che i militari erano stati chiamati in passato quando il padrone di casa non era riuscito a accedere al complesso immobiliare per mostrare a un potenziale affittuario un altro appartamento sfitto. Il procedimento è stato aggiornato al 4 aprile per ascoltare la moglie di Al Katout e per le conclusioni.