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quaranta giorni

VOGOGNA- 27-04-2015- La trascuratezza con cui la Repubblica dell'Ossola è stata considerata in questo 70° della Liberazione

è stata evidente dalla dimenticanza fatta su Rai Uno nel programma condotto da Fabio Fazio e dallo speciale del giornale piemontese La Stampa, che hanno ignorato completamente i "40 giorni di libertà". Nelle stesse ore il direttore di Ossola 24, Uberto Gandolfi, presentava alla Fabbrica di Villadossola il suo pampleth "Ossola Repubblica dimenticata" in cui analizza la trascuratezza con cui si perpetua il ricordo di quell'esempio e propone di creare un'Agenzia che faccia del turismo scolastico nelle zone della Resistenza ossolana ed auspica un concorso per giovani sceneggiatori, e l'appoggio di qualche Fondazione o Istituto per rifare un film sui "40 giorni di libertà". La stessa critica viene mossa dal deputato Enrico Borghi che auspica un coinvolgimento del cantatautore ossolano Alberto Fortis: "Sta, giustamente, montando la polemica in Ossola dopo le clamorose topiche mediatiche dei giorni scorsi, che hanno visto la Rai (con Fazio) e "La Stampa" (solitamente molto attenta alle realtà locali) "cancellare" la Repubblica dell'Ossola dalla mappa dei principali eventi della Resistenza italiana. Vanno bene rimostranze e proteste, perché le principali agenzie culturali del paese non possono commettere errori marchiani. Ma serve anche un esame di coscienza a livello locale.... Perché se si continua a predicare e praticare la politica dell'orticello, e' ovvio che poi se ne raccolgono i frutti. L'Ossola e il Vco sono stato un teatro di guerra e di democrazia di portata storica, e potrebbero (organizzandosi) creare un circuito storico, turistico e scolastico attorno a questi eventi. Per farlo, però', serve apertura (mentale e fisica) e il coraggio di volare un po' alti. Ottima l'iniziativa di "Casa 40", ma serve un progetto forte a livello territoriale. Chiediamo ad Alberto Fortis di portare un regista di livello in Ossola, e con una sceneggiatura adeguata proviamo magari a costruire un progetto mediatico che parli di quelle grandi pagine di libertà anche ai giovani, ai non impegnati, a quelli che non frequentano convegni o seminari. Anche su questo, innoviamo e guardiamo oltre. In fondo, i "Quaranta giorni di libertà" furono anche questo".