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ex pretorio intra
VERBANIA – 26.01.2016 – Bocche cucite,

nervi tesi e una matassa intricata ancora da sbrogliare. La riunione della segreteria cittadina del Pd che ieri sera avrebbe dovuto risolvere il “caso” dell’ex Pretorio di Intra che il sindaco Silvia Marchionini aveva promesso di non vendere all’asta ma che martedì scorso è stato provvisoriamente aggiudicato a due acquirenti, non ha sortito effetti concreti, almeno per ora. Quel che si sono detti i membri della segreteria cittadina, insieme al primo cittadino, al capogruppo Davide Lo Duca e anche al segretario provinciale Antonella Trapani, non filtra dai diretti interessati, più spaventati di lasciarsi andare a qualche commento che preoccupati della questione amministrativa in sé.

Il segretario Brezza, che si ipotizzava potesse arrivare dimissionario all’incontro – e così aveva lasciato intendere ancora ieri pomeriggio a alcuni colleghi di partito – presente stamani in Consiglio provinciale ha dribblato con un certo nervosismo ogni domanda. “Parlerò quando avrò qualcosa da dire”, ha detto accennando solamente alle rassicurazioni che avrebbe dato il sindaco sulla possibilità tecniche di recedere dalla vendita. Lo Duca è risultato irrintracciabile sia al telefono, sia via sms.

L’agonia del silenzio forzato è destinata a durare poche ore perché nella prima serata di oggi è convocata una riunione di maggioranza nella quale la vicenda dell’ex Pretorio sarà al centro del dibattito. E per domani è convocata anche la riunione del gruppo consiliare Pd.

La questione centrale, in questa vicenda che è soprattutto politica, è la posizione assunta da Marchionini sull’operazione dell’ex Pretorio. A giugno 2015, quando in Consiglio comunale si discuteva il piano delle alienazioni e la cessione dei 49 metri quadrati di negozio al piano terra di piazza San Vittore (avvenuta a 210.000 euro), il Pd ebbe un sussulto e chiese al sindaco un ripensamento. Lei, anche a fronte dell’astensione del presidente del Consiglio comunale, promise che quell’immobile sarebbe stato venduto per ultimo. Le minoranze, da sempre contrarie, hanno proseguito nella loro protesta e un pezzo di maggioranza s’è aggiunto quando a dicembre è stato pubblicato il bando di vendita. La maggioranza del gruppo consiliare a quel punto ha scritto al sindaco chiedendo di soprassedere; si sono tenuti incontri e mediazioni e i consiglieri sono rientrati nei ranghi – ritirando anche una mozione da sottoporre al Consiglio comunale già messa nero su bianco – con la promessa dello stop. Promessa annunciata sotto forma di comunicato stampa con l’impegno di Marchionini a non aprire le buste della gara.  Martedì scorso la gara s’è tenuta regolarmente e le buste sono state aperte, facendo perdere la faccia al gruppo, soprattutto considerando che nessuno è stato informato dell’aggiudicazione fino a giovedì, quando anche rappresentanti del Museo del Paesaggio – tra cui Giovanni Margaroli, tra i fondatori del Pd locale – erano stati rassicurati dal sindaco in un incontro tenutosi a Palazzo di Città sulla concessione dell’immobile in comodato all’ente in attesa di un progetto di recupero.