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DOMODOSSOLA - 17-06-2021 - La movida domese s'è presa la scena del dibattito pubblico dopo i recenti episodi che hanno visto come negativi protagonisti dei giovanissimi.
Sinistra per Domo interviene nella disucssione con un comunicato.
"In questi ultimi giorni, in corrispondenza con le riaperture successive all’ultimo lockdown, abbiamo assistito a gravi fenomeni di inciviltà da parte di certe fasce della popolazione presso il centro cittadino.
La cosiddetta “movida” si sta trasformando da momento di vitalità e allegria, necessario a ogni comunità, a evento caotico e violento.
Pur consapevoli che le ultime chiusure hanno causato, soprattutto tra le generazioni più giovani (ma non solo) sentimenti di frustrazione, rabbia e insoddisfazione che devono essere presi in considerazione con la dovuta serietà e attuando politiche mirate, riteniamo che la nostra città non si meriti un tale stato di degrado.
Una città sana è una città in cui tutti riescono a trovare la propria dimensione: da una parte le famiglie e la popolazione più anziana hanno diritto alla quiete, dall’altra le ragazze e i ragazzi hanno il diritto di fare esperienze proprie della loro età, nel rispetto dei limiti e delle regole proprie di una comunità civile.
Per costruire una città sana e responsabile è necessario il contributo da parte di tutti. Controlli e sanzioni, pur fondamentali, da soli non bastano. La repressione rischia di essere controproducente se non è accompagnata da iniziative volte a trovare reali soluzioni al problema.
In questo caso il problema è costituito dall’ubriachezza, talvolta molesta, di certi gruppi di giovani con la messa in atto di comportamenti incivili e vandalici che in alcune circostanze hanno raggiunto inauditi livelli di violenza.
Non si può far finta di niente, a partire dalla vendita di alcolici ai minori che ricordiamo essere perseguibile a livello penale.
Le ragazze e i ragazzi della nostra città hanno bisogno di spazi alternativi al bar dove potersi incontrare ed esprimere. Da decenni si parla di creare un centro di aggregazione giovanile, così come esiste in molte altre realtà simili alla nostra, ma finora tutte le proposte si sono concluse con un nulla di fatto.
È necessario ripartire da qui, iniziando a riconoscere anche i bisogni di una generazione che, più di tutte, sta pagando un prezzo altissimo in questo difficile momento storico, stimolando la stessa a sapere ricercare e richiedere occasioni di divertimento genuine, interfacciandosi in prima persona con le istituzioni della città e anche con chi si propone di amministrarla.
Nell’immediato, in uno spirito di totale collaborazione, è più che mai importante fare squadra, con una comune assunzione di responsabilità si deve chiamare in causa tutta la cittadinanza: i genitori, nell’educazione al rispetto delle regole di civile convivenza dei propri figli;
gli esercenti, con particolare attenzione di chi gestisce la vendita e la somministrazione di alcool;
gli amministratori, a partire dalle forze di polizia locale, per il controllo e l’eventuale imposizione puntuale delle regole;
gli educatori e le istituzioni, per le operazioni di contrasto all’abuso di alcol e per la proposta di modelli di comportamento alternativi;
i ragazzi stessi, più o meno giovani, nel saper gestire in correttezza e autonomia la propria socialità.