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VERBANIA - 05-07-2021 -- Non fu una critica legittima, né una questione sindacale: il medico diffamò il dirigente. Cinquecento euro di multa e 2.000 euro di risarcimento alla parte civile è la pena che il Tribunale di Verbania (con una sentenza del giudice di pace confermata in appello) ha stabilito per il dottor Pantaleo Ametrano. Medico nefrologo all’ospedale “Castelli” di Verbania e rappresentante della Uil, verso la fine del 2014 si recò dal medico competente -un collega dell’Asl- per la consueta visita di idoneità al lavoro. Visita che ebbe esito positivo ma che si concluse con un’idoneità temporalmente ridotta, valida cioè per sei mesi anziché per un anno come accaduto in passato.

Ametrano non la prese bene e, ritenendo che gli fosse stato fatto un torto, il 22 dicembre inviò all’Asl un fax in cui chiedeva di essere esonerato dalle visite del medico competente, scaricando le responsabilità di quella decisione sul dottor Giorgio Gambarotto -il dirigente responsabile di quel settore- accusato di aver coartato il collega, di averlo spogliato del ruolo.

La missiva aveva toni forti che Gambarotto, sentendosi del tutto estraneo a ogni influenza illecita, ritenne diffamatori e, per questo, presentò denuncia. Non tollerando che fosse messa in dubbio la sua correttezza professionale, s’è costituito parte civile nel processo per diffamazione in cui il giudice di pace ha condannato il nefrologo. Condanna confermata in appello, nonostante le resistenze della difesa: i toni non erano offensivi, il fax non era destinato alla divulgazione e non s’è tenuto conto di una testimone che aveva udito il medico competente confermare le responsabilità del dirigente – ha sostenuto l’avvocato Diego Noretta.

Di tutt’altro parere la Procura, ma anche la parte civile che, con l’avvocato Giancarlo Torra, ha sottolineato come la richiesta di esonero, non contemplata dai regolamenti, fosse uno stratagemma proprio per diffamare. Il dottor Gambarotto - ha sottolineato - ha sempre cercato una composizione amichevole della questione.