BANNIO A. - 07-07-2021 -- “Il Signore, che stava sopra le nuvole che le hanno avvolte, le ha accolte a sé”. È la fede cristiana, la certezza che oltre a quella terrena c’è un’altra vita, ciò a cui don Fabrizio Cammelli s’appella. Spetta al parroco, accompagnato dal suo predecessore don Gabriele Romagnoli, da don Gaudenzio Martini e dai sacerdoti della valle, guidare la comunità di Bannio Anzino in uno dei suoi giorni più tristi, quello dell’addio a una delle sue figlie.
Martina Svilpo Bionda se n’è andata sabato all’età di 29 anni, tra la tormenta che è calata sul massiccio del Monte Rosa, sorprendendo lei e i suoi compagni di viaggio. È morta assiderata. I soccorritori l’hanno trovata abbracciata a Paola Viscardi, di un anno più giovane, amica di Trontano con la quale condivideva la passione per la montagna. Quella montagna evocata stamane al funerale da don Fabrizio, ma anche dal vescovo Franco Giulio Brambilla, che ha inviato un messaggio alla comunità anzinese (e a quella di Masera), esprimendo cordoglio e ricordando che Martina e Paola “sono andate verso la vita e vette più alte”.
Una comunità scossa, attonita, che ha vissuto l’addio a Martina con un profondo cordoglio testimoniato dal surreale silenzio che ha accompagnato la cerimonia. Al santuario di Sant’Antonio il feretro è giunto trasportato a braccia dall’abitazione che dista poche decine di metri e che, fino all’anno scorso quando la giovane s’è trasferita a Crodo per convivere con il fidanzato, è stata la sua casa. Il piccolo borgo di poco più di quattrocento anime s’è riempito di volti familiari, di amici, di tanti giovani. C’erano quelli del comitato monte Scarpignano, col quale collaborava all’organizzazione della festa campestre al bivacco che si trova al di sopra del paese. C’erano gli amici più cari, che tenevano in mano una rosa bianca. Tutti si sono stretti attorno al papà Giulio e alla mamma Maria Grazia.
Anzino è devota a sant’Antonio da Padova. La tradizione vuole che quando qualcuno del paese parte, riceva la benedizione con la reliquia del santo. Oggi Martina è partita per il suo ultimo viaggio e don Fabrizio, nel congedarsi da lei, ha lanciato un messaggio di speranza e un invito alla consapevolezza: “Martina, che ci saluta, ci dice: vivi la tua vita”.
In un mattino umido e nebbioso, in una valle muta di fronte a un immane dolore, l’ultima immagine è stata in musica, con le note di Incanto di Tiziano Ferro: “e il freddo delle parole gela lo stupore / se non ti so scaldare né curare dal rumore / ho soltanto una vita e la vorrei dividere / con te che anche nel difetto e nell'imperfezione / sei soltanto... incanto, incanto”.