
Sullo sfondo il caso Eni. Dopo Davigo anche Greco è indagato. Par condicio verrebbe da dire, visto i due si trovano su posizioni opposte. Ovviamente chi è indagato, a differenza di quello che pensa il dott. Davigo, è presunto innocente e in una vicenda così complessa, a maggior ragione, occorre andare con i piedi di piombo. Il fatto è che quello che è successo nei giorni scorsi rappresenta comunque una delegittimazione senza precedenti per la Procura di Milano ed in generale per come viene percepito il ruolo e la funzione del pubblico ministero. Questa volta nessuno può dire che la colpa è della politica che cerca di delegittimare la magistratura perché i fatti sono emersi in conseguenza di un contrasto interno. I processi sommari non sono opportuni anche se occorre tener conto del fatto che dei verbali di interrogatorio che dovevano rimanere segreti sono arrivati ai giornali. L’occasione deve essere, invece ,quella di una riflessione sulla necessità di una riforma della giustizia che non riguardi soltanto la ragionevole durata dei processi, ma anche la separazione delle carriere e la limitazione dei poteri dei pubblici ministeri che dovrebbero essere ridimensionati introducendo anche maggiori controlli.
Buona domenica e buona settimana.
Roberto Cota