STRESA - 05-08-2021 -- Il Comune doveva costituirsi nell’incidente probatorio sulla funivia e deve attivarsi per risolvere il contratto. È diretto, e parte dalla gestione della delicata situazione della funivia dopo il disastro del 23 maggio, l’attacco della minoranza di Grande Stresa al sindaco Marcella Severino e alla sua giunta.
“Sono trascorsi due mesi e mezzo e non c’è un atto – dice Canio Di Milia, capogruppo ed ex sindaco –. Stresa è parte offesa del disastro. E non solo per il danno di immagine, ma anche per quello patrimoniale. Abbiamo rilasciato la concessione e contribuiamo con 150.000 euro ogni anno. Che cosa aspetta il Comune ad avviare il procedimento per la revoca? L'avrebbe dovuto fare anche la Regione”.
L’ex primo cittadino sottolinea come, a oggi, Ferrovie del Mottarone sia ancora in grado di chiedere il canone annuale e di incassare anche l’affitto del bar Idrovolante, alla stazione di Carciano. “Ci sono le fidejussioni del gestore a favore del Comune, che forse è il caso di cominciare a escutere – affonda –. Non capisco poi come mai la giunta non s’è costituita nell’incidente probatorio quando ne aveva il pieno diritto ed era un atto dovuto”.
Di questo s’è discusso nel Consiglio comunale di venerdì scorso: “A una nostra interpellanza il sindaco ha risposto che in questa fase non si può perché è riservato alle vittime. Sbaglia: basta leggersi l’articolo 501 del codice di procedura penale. Tra le parti all’incidente probatorio c’è il Codacons: non credo che abbia più titolo di Stresa, eppure l’associazione s’è mossa. Il Comune no”.
La seduta di venerdì scorso è stata la prima che ha affrontato il tema della funivia. “Solo perché l’abbiamo chiesto noi, con un’interpellanza – conferma Carlo Falciola, consigliere di Grande Stresa ed ex vicesindaco –. A quattro giorni dal disastro, quando fu respinta la nostra richiesta di rinviare il Consiglio, ci fu il tempo per approvare decine di pratiche edilizie. Ma poi non s’è voluto trovare il modo di parlare. Le discussioni sul presente e sul futuro della funivia si fanno nelle sedi istituzionali, non sui social o nelle conferenze stampa”.
Il riferimento è per l’annuncio dei progetti alternativi illustrati da Severino e dal sindaco di Baveno Alessandro Monti, che hanno parlato a Roma col ministro dei Trasporti Enrico Giovannini. “Un viaggio flop – stronca Di Milia –. Sono andati nella capitale in gita, non si capisce nemmeno perché solo loro due, senza la Regione, la Provincia o il comune di Omegna, per presentare quattro slide di foto prese da Google e un documento che non può nemmeno essere definito progetto per il quale, ha detto il ministro, non ci sono nemmeno i soldi del Recovery fund”.
Grande Stresa è scettica anche sui rimborsi promessi ai titolari delle attività in vetta: 500.000 euro per i sette tra bar-ristoranti e alberghi del Mottarone. “Avremmo preferito che quel denaro fosse finalizzato a veri progetti di rilancio – chiosa Andrea Fasola Ardizzoia –. A un piano di comunicazione che non si limiti a quattro striscioni affissi sulla strada ma, per esempio, rilanci il nome di Stresa a livello nazionale. Abbiamo fatto anche delle proposte e degli esempi, ma non siamo stati ascoltati. Come per il Consiglio successivo al disastro. La sera stessa chiedemmo, per rispetto dei morti, di rinviarlo. Erano tutti d’accordo, anche il sindaco. Poi due giorni dopo ci è arrivata la pec di convocazione e si sono rimangiati tutto”.
Questa posizione critica, esposta ieri in una conferenza stampa, per la minoranza è necessaria "per smuovere l'ìAmministrazione rimasta inerte". "Confidiamo che ora facciano qualcosa. altrimenti depositeremo noi una mozione" - concludono i tre consiglieri.
Nella foto, da sinistra: Andrea Fasola Ardizzoia, Canio Di Milia, Carlo Falciola.