STRESA - 05-08-2021 -- Proseguirà in agosto, con un paio di accessi per rilievi fotografici, il lavoro dei periti chiamati a indagare sulle cause del disastro del Mottarone. Tra martedì e mercoledì s’è aperta la fase “sul campo” dell’incidente probatorio disposto dal gip di Verbania Elena Ceriotti e che vede coinvolti i legali e i tecnici dei 14 indagati (12 persone fisiche e 2 società) e delle parti offese (parenti delle 14 vittime, del sopravvissuto oltre al Codacons). Per due giorni hanno ispezionato i resti della cabina numero 3, che dal 23 maggio si trova tra i boschi del pendio del Mottarone, qualche centinaio di metri al di sotto della stazione d’arrivo della funivia. Si sono concentrati sulla fune traente spezzata, sulla testa fusa in prossimità della quale è avvenuta la lacerazione, sui freni.
Al Palacongressi il professor Antonio De Luca, il docente dell’Università di Napoli a capo del collegio di periti individuato dal gip, ha fatto il punto sulle operazioni peritali, concordando con i tecnici che nel mese di agosto verranno effettuati un paio di sopralluoghi per scattare ulteriori foto e che, dopo l’analisi degli elementi raccolti che ciascuno farà per conto proprio, in settembre si terrà una riunione alla presenza di tutte le parti.
La data c’è già: l’8 settembre, giorno nel quale si dovrebbe decidere anche la modalità di rimozione della cabina. Attualmente il luogo del disastro, inalterato dal giorno dell’incidente e ancora sotto sequestro, al pari di tutto l’impianto, è videosorvegliato h24 da un sistema di telecamere e microfoni che, collegato con le sale operative dei comandi provinciali delle forze dell’ordine, avverte in tempo reale se qualcuno “sconfina”, trasmettendo un messaggio audio che invita ad andarsene.
La rimozione della cabina presenta alcune difficoltà tecniche, soprattutto se la si vuole spostare intera. L’operazione può essere portata a termine con un elicottero militare, ma deve avere lo spazio di manovra sul pendio che, a oggi, è impedito dalla presenza del cavo traente e del bosco di abeti. Una delle ipotesi è l’abbattimento degli alberi che sono d’ostacolo.