VALLE ANZASCA - 10-08-2021 - Pubblichiamo di seguito il racconto di Luca Marta, giovane allevatore della Valle Anzasca costretto a confrontarsi con gli attacchi del lupo. Alla lettera Luca ha allegato la foto di una capra sbranata che non pubblichiamo per l'eccessiva crudezza dell'immagine.
Lei era "chicchi" la nostra ultima capra ... La sopravvissuta all'attacco di 2 anni fa. Era la mascotte della stalla ed era cresciuta insieme ai vitelli. Sabato mattina è stata barbaramente uccisa dai lupi a 20 mt dal rifugio Zamboni Zappa; 2 ore dopo che nello stesso punto molte persone stavano guardando le stelle con i cannocchiali. Se ci fosse stata una tenda con all'interno un bambino che si svegliava prima per andare in bagno, cosa sarebbe successo? Ora le predazioni non sono più in posti sperduti nella montagna, ma avvengono sotto le finestre dei rifugi con luci accese e presenza di persone. Quanto dobbiamo aspettare perché gli attacchi siano in pieno giorno, in mezzo ai turisti? Siamo sicuri che il lupo nelle nostre zone porti turismo o forse lo fa scappare? Noi non vogliamo i soldi dei risarcimenti, che se li tengano. Vogliamo poter lasciare libere di mangiare e bere le nostre bestie, anche di notte, e non chiuderle in recinti o stalle senza cibo e acqua per la notte. Durante l'anno abbiamo controlli per il rispetto del benessere animale, che comprende la libertà di movimento e il poter mangiare e bere in qualsiasi momento, tutelare la salute dell'animale e non fargli subire inutili sofferenze. Tutto questo invece in alpeggio viene bypassato sotto un'ottica , becera e a senso unico, di un ambientalismo da città, che non tiene conto delle differenze dei vari territori e della loro cultura. Una politica sorda sulle questioni che riguardano la montagna, dalla chiusura degli impianti da sci, al problema lupo; ma che si ricorda della montagna solo nei mesi prima delle elezioni, quando sfilate e promesse non mancano mai. I vostri/nostri soldi potete anche tenerveli, dateci almeno il rispetto che meritiamo.