DEVERO- 15-08-2021-- E' scontro tra comitato salvaguardia allevatori Vco e lo scrittore Matteo Antonio Rubino, autore del libro per bambini “Osso la Lupa. Uomini e Lupi sulle Alpi”, la cui presentazione, prevista per giovedì scorso alla locanda Alpino dell’Alpe Devero, è stata annullata per una animata discussione con alcuni aderenti al Comitato salvaguardia allevatori. Rubino si è recato alla caserma dei Carabinieri dove ha sporto denuncia per minacce.
Gli allevatori erano presenti con cartelli e volantini contro la presenza del lupo sulle Alpi, e e nel corso dell'animata discussione con l'autore, alcuni di loro sarebbero, secondo la denuncia, volate paroel grosse, perfino delle minacce, tanto che Rubino ha deciso di soprassedere dalal presentazione del libro, che verrà fatta venerdì 20 agosto al parchetto di Villadossola.
Gli allevatori hanno anche protestato presso l’assemblea annuale del Consorzio Alpe Devero, alle quale partecipava anche il vice sindaco di Baceno Stefano Costa. Gli allevatori, tramite la presidente Gesine Otten, danno la loro versione di quanto accaduto:
“Sono circa vent'anni che, in tutta Italia, si sono accese le proteste degli allevatori che devono fare i conti con le continue predazioni da parte dei lupi al loro bestiame. Lo stato non ha mai preso in
mano la situazione, non ha mai gestito e non vuole gestire il problema lupo. L’Italia, con migliaia di lupi, è l’unico stato europeo che proibisce ogni abbattimento legale ai ni del contenimento e
dove i branchi (anche ibridati) scorrazzano impunemente tra i centri abitati, assediano greggi, entrano nelle stalle, predano di continuo capre, pecore, bovini, asini e altri animali domestici.
Recentemente anche delle manze nelle stalle del Parmigiano Reggiano in piena pianura padana. In questo contesto, con predazioni che, in Ossola – in queste ultime due settimane – ci vengono
comunicate giornalmente, il voler presentare un libro che racconta favole su lupi "buoni", lupi "amici", in un Museo dell’Alpeggio – come riportava il primo post sulla pagina Facebook di
Matteo Rubino – ci sembra veramente fuori luogo... Rubino propone, infatti, sotto le mentite spoglie di un “romanzo per bambini”, un’opera di propaganda, fortemente denigratoria per la nostra categoria. In più riprese, nel libro, viene
ripetuto (sino a tre volte in due pagine) che i lupi aggrediscono il bestiame perché lasciato incustodito da allevatori hobbisti che devono “ammazzare il tempo”.
Le predazioni, secondo il libro, sono da attribuire ai soli lupi in dispersione perché, una volta formatosi, il branco si dedicherebbe solo alla caccia ai selvatici e il danno agli animali domestici si ridurrebbe al minimo.
Questa è fantasia! Nel libro l’antropomorzzazione dei lupi, che inculca ai più giovani percezioni distorte e pericolose della realtà animale, arriva addirittura al punto che sono loro, i lupi, a decidere (come fossero dotati di discernimento morale) di proteggere gli animali domestici e una
cagna incinta.
Che il libro di Rubino non sia un romanzo per bambini lo si capisce bene da questo passaggio: "Mi dovete togliere dal collo quel mentecatto di Preoli, il consigliere regionale di maggioranza ...
Ci sono politici da quattro soldi come lui, in cerca di voti e consenso tra i valligiani arrabbiati e i valligiani si arrabbiano per colpa della disinformazione... non voglio che questo analfabeta della politica…".
Ai bambini si dovrebbero trasmettere contenuti onesti, non inculcare verità distorte che spingono a schierarsi con questo o quel partito. Le pesanti denigrazioni contenute nel libro di Rubino
(non solo contro il consigliere regionale Preioni, ma contro la popolazione rurale e i pochi che ci appoggiano) sono rivolte agli adulti, sono propaganda politica. Vorremmo far sapere alla gente, sgombrato il campo dalla propaganda contro di noi,
che gli allevatori non odiano i lupi, il lupo fa il lupo. Tra noi ci sono anche alcuni convinti ecologisti. Noi vorremmo semplicemente che si riettesse sui danni che sta creando la presenza di branchi e
sul fatto che essa comporti la scomparsa dell’alpicoltura di questa zona (non diversamente in Svizzera, Austria, Alto Adige, Belluno, Valtellina).
Ci preme ribadire come la scomparsa degli allevamenti, il ritorno alla "natura selvaggia" di queste montagne, non porterà certo con sé il miglioramento del paesaggio, della sua fruibilità anche
turistica e neppure della qualità di vita e di lavoro di chi abita il territorio. Né, alla ne, un bene ecologico per il pianeta. Non lo diciamo solo noi allevatori. Il problema del lupo non è aatto quindi, come ci ha detto il sig. Costa, il vicesindaco di Baceno
un: “problema vostro”. Ci spiace poi che il Costa abbia dipinto la nostra iniziativa come un campo di battaglia, additandoci come estremisti. A noi ha detto anzi di “andare all’Alpino” (dove c’era la
presentazione di Rubino). Non sapevamo nulla riguardo l’assemblea del Consorzio del Devero per questo non è stata per niente nostra intenzione disturbarla. Se hanno dovuto interromperla (per max. 10 min) per via della “musica di campanacci“(stavamo semplicemente camminando sulla strada, tornando alle macchine, dopo essere stati al bar alla ne del presidio),
Ciediamo comunque scusa per questo.
Non siamo andati né all’Alpino né presso altri locali; tantomeno abbiamo fatto “irruzione” da qualsivoglia parte (come infelicemente titolato da un quotidiano). Tutti coloro che erano a Devero hanno potuto constatare come il nostro presidio fosse ben distante dal luogo dell'incontro
e come si sia limitato a un pacico volantinaggio nel quale si parlava con le persone. Il sig. Rubino, che ci accusa di gravi minacce (ne risponderà nelle sedi competenti…), è venuto spontaneamente al presidio e si è trattenuto per oltre un’ora a discutere con noi, cosa che non
avrebbe certo fatto se si fosse sentito minacciato e aggredito. È persino tornato una seconda volta dopo essersi allontanato.
È grottesco che, per farsi pubblicità, riferisca di essere stato minacciato da uno di noi con un coltello (stava tagliano il salame per fare merenda). Al presidio c’erano solo due persone “di fuori”, parenti o amici di lunga data di alcune di noi.
Chi insinua che siamo spinti da chissà quali organizzazioni alle spalle, dalle quali ci lasciamo trumentalizzare, non ha capito nulla del problema lupo e della sua crescente e incontrollata presenza nelle aree rurali. Di fronte alla prospettiva di smettere la propria attività, anche una
categoria pacica e dicile da organizzare, spinta da puro spirito di sopravvivenza, reagisce. È la drammatica situazione che dà a noi allevatori di montagna questa forza”.