VERBANIA – 04.02.2016 – L’antipasto è stato oggi
a Villa Giulia con la merenda per i bambini in maschera. Oggi il Carnevale verbanese entra nel vivo con il più classico – e atteso – dei suoi appuntamenti, quello con il discorso del console Pacian nell’auditorium di Sant’Anna. Da ventun anni questo compito è affidato a Claudio Loraschi che, assistito dal segretario Pino, non le manda a dire a nessuno. A iniziare dal sindaco. I primi cittadini, nei vari anni, sono stati il suo bersaglio preferito, che ha punzecchiato con quella pungente e ruspante ironia che scaturisce dal dialetto e matura nel clima di divertimento carnascialesco. L’anno scorso a Silvia Marchionini fu chiesto di indossare un cappello da bersagliera. Questa volta ci si attende una gag – così è stato anticipato – sulle mise molto “classiche” del sindaco, che non è mai stata vista indossare la gonna. Poi ci sarà spazio per tutti gli assessori e anche per i consiglieri di opposizione.
Il discorso precede la consueta rappresentazione della “Cumpagnia dul dialett da Intra”, che attende il tutto esaurito con la commedia “La cà dul ransciun”, del tirchio. In distribuzione anche “ul gràtacù”, il giornale satirico del Carnevale verbanese. Il bis del discorso ci sarà domenica alla sfilata dei carri, quello della rappresentazione dialettale martedì sempre a Sant’Anna.