Il nuovo leader del M5S Conte ha proposto come strategia per risolvere la crisi afgana quella di dialogare con i talebani. Questa dichiarazione, a fronte di quello che sta succedendo, lascia perplessi. Oggi la priorità dovrebbe essere quella di formare un fronte comune, innanzitutto a livello europeo, e poi di Nato. A maggior ragione, dopo il disastro combinato nella gestione del ritiro delle truppe da parte dell’amministrazione Biden. E’ ovvio che le diplomazie non si fermano mai e che la realpolitik porta spesso a compromessi impensabili, ma parlare oggi di dialogo come priorità dopo quello che abbiamo visto in questi giorni (giusto ieri i talebani hanno annunciato di voler cacciare di fatto le donne dalle scuole sopprimendo le classi miste), è fuori luogo. Qualcuno vede nella esternazione di Conte una precisa linea politica portata avanti dai Cinque Stelle, filo-cinese e filo-russa ed anti-americana. Ciò in quanto i russi ed i cinesi sono gli unici ad aver stretto accordi con i talebani. Personalmente ho un’altra opinione: ritengo che Conte non abbia una linea precisa, sia piuttosto alla costante ricerca della dichiarazione che dà un colpo al cerchio ed uno alla botte. Anche da premier ha fatto più o meno lo stesso riuscendo a barcamenarsi in una situazione di generale paralisi dettata dal Covid.