STRESA - 23-08-2021 -- È il lecchese Andrea Vitali, medico con la passione per la scrittura e romanziere, il protagonista del penultimo incontro con l’autore del Premio Stresa di narrativa. Selezionato dalla giuria dei cinquefinalisti per “Vivida mon amour” (Einaudi), stasera alle 21,15 al Regina Palace di Stresa presenterà il suo romanzo del quale proponiamo una recensione.
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Tra i talenti dello scrittore Andrea Vitali c’è quello del trasporre le emozioni dei personaggi della sua commedia all’italiana in un racconto intriso di spunti di riflessione.
Una festa di laurea è l’inizio di un incontro tra due giovani tanto diversi quanto complementari che si attraggono e respingono per tutte le pagine del romanzo.
L’autore esterna, con le parole, tutti quei sentimenti che scatenano nel protagonista della vicenda sia la gioia che lo sconforto emozionale e che fanno parte della pratica del corteggiamento quando il tempo della giovinezza scorre lento e scandisce il ritmo delle relazioni.
Il dottorino neolaureato si innamora della imprenditrice di floricoltura, incline alla bevuta facile, ma per niente disposta ad una storia banale.
Questo racconto è un pretesto dell’autore per mettere in risalto l’unicità di quegli incontri galeotti
che si conservano come ricordi nella propria memoria esistenziale.
È struggente la poetica romantica del protagonista che si incanta davanti ai “fuochi d’agosto” sulla montagna che fa da sfondo al malinconico paesaggio lacustre al confine con la Svizzera come tutti i disguidi che l’accompagnano ogni volta che cerca il coraggio per dichiararsi.
L’autore elogia la saggezza del telefono con disco rotante in uso negli anni ottanta, evidenziando la provvidenziale durata dell’intervallo che intercorre nel sequenziare i numeri di una chiamata.
È proprio in quegli istanti che il ripensamento faceva mettere giù la cornetta prima ancora che la chiamata giungesse al destinatario.
Quante sono state le telefonate interrotte e quante invece, al ritmo del battito cardiaco sostenuto, non sono andate a buon fine perché l’innamora non rispondeva.
Anche il sarcasmo accompagna la narrazione di questo amore che si confonde tra l’onirico e la realtà per lasciare al lettore la possibilità di trarne le proprie conclusioni.
Monica Pontet*
*docente, scrittrice pubblicista